Roghi dolosi anche a Pisa, in carcere l’incendiario

3 dicembre 2022 | 17:26
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Roghi dolosi anche a Pisa, in carcere l’incendiario

Le motivazioni sarebbero da ricondurre all’adesione incondizionata ad alcune teorie diffuse su internet secondo le quali sarebbe necessario attaccare l’instaurato nuovo ordine mondiale, di cui antenne 5 G  e misure anticovid

Nove incendi dolosi nel livornese, in soli tre giorni, a cavallo tra la fine di ottobre e i primi di novembre, prevalentemente ai danni dei ripetitori di telefonia, ma anche di due camper, di una motrice di veicoli industriali e di una centrale Terna dell’energia elettrica. Tutti causati utilizzando benzina o comunque liquido infiammabile.

Analoghi episodi, per modus operandi e obiettivi (ripetitori di telefonia mobile), si si sono verificati anche a Calambrone, Tirrenia e a Pisa rispettivamente il 3 e 7 novembre.

Le indagini dirette dalla procura di Livorno ed effettuate dalla polizia di Stato, pur non escludendo altre piste, compresa quella anarchica rispetto alla quale, però, obiettivi e modalità dei fatti, hanno destato perplessità, si sono indirizzate valorizzando gli indizi al momento rilevati e, perciò, nei confronti di un cittadino macedone di 26 anni. Questo perché la sua auto era nei pressi di via dello Struggino a Livorno, luogo dell’incendio al ripetitore di telefonia.

A tale individuazione la Digos è giunta prevalentemente attraverso l’attento esame delle telecamere di videosorveglianza installate dal Comune di Livorno ed il successivo incrocio dei dati emersi con altre importanti evidenze investigative.  Successivamente gli inquirenti hanno proceduto con attività di indagine tradizionale effettuando pedinamenti giorno e notte, anche per impedire l’eventuale commissione di nuovi atti criminosi che avrebbero potuto mettere in pericolo l’incolumità pubblica. Tale attività, svolta anche con l’apporto di personale specializzato della questura di Firenze, ha prodotto dei risultati sottoposti ad attenta verifica. Infatti, grazie agli esiti delle attività investigative di analisi filmati, osservazione e pedinamenti, nonché alle risultanze di intercettazioni attivate con procedura d’urgenza dalla procura della Repubblica, sono emersi ulteriori indizi idonei a consentire una ricostruzione di massima della vicenda ed a comprendere le motivazioni del gesto che sarebbero da ricondurre all’adesione incondizionata ad alcune teorie diffuse su internet secondo le quali sarebbe necessario attaccare l’instaurato nuovo ordine mondiale, di cui antenne 5 G  e misure anticovid sarebbero una delle concrete espressioni, perché funzionali al mantenimento di tale nuovo ordine occultamente formatosi.

Valutati gli elementi probatori offerti, il gip del tribunale di Livorno ha disposto, su richiesta della Procura della Repubblica, la custodia cautelare in carcere dell’indagato ritendo la sussistenza di gravi indizi in relazione alla commissione degli incendi.

Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia di Stato che ha perquisito l’abitazione dell’indagato sequestrando alcuni documenti e supporti informatici di interesse investigativo. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento di custodia cautelare lo stesso indagato, anche grazie all’attività di sostegno effettuata da personale della Digos di Livorno specializzato nell’attività di sostegno psicologico e negoziazione, ha consegnato un documento scritto – ora all’esame del pm – in cui ribadisce i concetti dei gesti incendiari.

L’uomo si trova ora alle Sughere in attesa che il Gip fissi l’interrogatorio di garanzia.

Ovviamente si tratta solo della fase iniziale del procedimento e le accuse dovranno essere esaminate dal Giudice che valuterà anche le tesi difensive, per cui ogni giudizio è, allo stato, assolutamente prematuro.