Verso il processo Keu, ecco cosa potrebbe succedere ora: possibili scenari per i 26 coinvolti

Da ora in poi atti e documenti diventano pubblici. Gli atti prodotti durante le indagini, “di mole cospicua”, aumenteranno
Processo Keu, cosa accadrà adesso? per iniziare a capirlo bisognerà attendere almeno i 20 giorni canonici durante i quali le parti potranno prendere visione dei documenti e atti. Per i 26 indagati e i 6 enti coinvolti e sotto accusa da parte della Dda fiorentina, si parla di molteplici reati che e vedono coinvolte a vario titolo. Gli atti prodotti durante le indagini, per stessa ammissione della Dda sono “di mole cospicua”, e aumenteranno con i documenti presentati dal collegio difensivo.
Questi sono anche i giorni in cui gli avvocati difensori scelti dagli indagati possono presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa alle investigazioni difensive, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposti a interrogatorio. Per gli enti coinvolti sarà possibile farsi difendere dal legale rappresentante o da altro legale di fiducia. Tra gli atti ci sono anche registrazioni di telefonate e dichiarazioni di collaboratori di giustiziache in questo caso sono ex appartenenti a clan di ‘ndrangheta. Sono anche i giorni in cui proporre al pm il consenso per eventuali riti alternativi e patteggiamenti o altre istanze particolari. Tutto questo in attesa della fissazione della prima udienza davanti al gup distrettuale di Firenze.
Da quel giorno in poi gli indagati diventano ufficialmente imputati e cessa anche il segreto istruttorio e tutto ciò che avverrà da quel momento in poi si svolgerà pubblicamente, udienze comprese. Il gup, dopo la cosiddetta costituzione delle parti, ascolterà le richieste dell’accusa e della difesa per poi decidere in merito a ogni singola posizione. In pratica deciderà se accettare o meno le eventuali richieste di patteggiamento o riti abbreviati, per poi stabilire eventuali proscioglimenti o rinvii a giudizio. A quel punto i patteggiamenti e i riti abbreviati si celebreranno sempre davanti al gup, mentre le persone rinviate a giudizio seguiranno l’iter processuale normale e vengono fissate le date di inizio dei vari procedimenti. Ognuno insomma può scegliere una “propria strada” processuale da seguire a seconda di ciò che ritiene meglio per sé. A saltare innanzitutto è la fase secretata del procedimento partendo da un assunto: i provvedimenti giurisdizionali, quindi i decreti che vengono emessi da Tribunali e corti, le ordinanze, e le sentenze, sono documenti pubblici. Chi viene prosciolto, cioè le persone per le quali il gup emette sentenza di non doversi procedere o di non luogo a procedere che sono impugnabili per Cassazione dall’accusa e non mettono al riparo di ulteriori indagini come nel caso di una sentenza assolutorio definitiva nel merito.
Anche il patteggiamento è impugnabile e in entrambi i casi sia dall’accusa sia dalla difesa. Trascorsi i termini, 15 giorni, invece passano in giudicato. Per chi segue invece l’iter normale del processo si va verso la cosiddetta fase dibattimentale, ed in pratica verso la sentenza di primo grado, appellabile da accusa e difesa, e poi verso l’eventuale secondo grado di giudizio, e infine la sentenza definitiva della suprema corte di Cassazione. Tutto ciò ha comunque dei termini di prescrizione entro i quali la giustizia italiana deve pronunciarsi in modo definitivo, altrimenti il reato decade appunto per sopravvenuta prescrizione (il caso del genere più noto è quello del processo ad Andreotti ad esempio). Insomma la “partita giudiziaria” nel processo Keu tra accusa e difesa è ufficialmente iniziata.