Ginevra e gli abusi sulle ginnaste, gli Psicologi: “I giovani atleti non sono macchine da medaglie”

L’ex Nazionale ha confessato che perdeva anche 10 chili a settimana perché la sua dieta era un’insalata a pranzo e una mela a cena
Ginevra Parrini, ginnasta e modella di Orentano che ha anche partecipato a Miss Italia (qui) commentando il caso sugli abusi sulle ginnaste, ha raccontato come, quando era una farfalla della nazionale di ginnastica ritmica, perdeva anche 10 chili a settimana perché la sua dieta era un’insalata a pranzo e una mela a cena. Subiva vessazioni continue per fare sempre meglio e vincere titoli e medaglie.
“I giovani atleti non sono macchine per portare a casa medaglie e risultati. Le pressioni che subiscono sono eccessive, troppo spesso non si vede più la persona ma soltanto la sua performance. Bisogna lavorare con le Federazioni, e nelle Federazioni, affinché ci sia un’adeguata formazione di tutte le figure che ruotano attorno alle vite di ragazzi e ragazze”.
A dirlo è Eleonora Ceccarelli, consigliera dell’Ordine psicologi della Toscana e referente del Gruppo di lavoro di Psicologia dello Sport, dopo i casi di abusi denunciati da alcune ginnaste.
“Lo sport è una palestra di crescita non solo dal punto di vista tecnico, questo dovrebbe essere il mantra, l’obiettivo principale di ogni adulto che si trova coinvolto nella vita sportiva di bambini e bambine, ragazzi e ragazze – spiega Eleonora Ceccarelli -. Purtroppo, mano a mano che il livello di agonismo cresce, i giovani diventano atleti e vengono visti e cresciuti come macchine performanti, sottoposti a indicibili fatiche fisiche ed emotive. Si crea così un’anti cultura che valorizza una competitività estrema per la precocità e per i ritmi, una competitività che passa per l’appropriazione del corpo di bambini e bambine. Mancano spazi di ascolto e sostegno degli sportivi e delle sportive, che non vivono solo di glorie. Sarebbe opportuno prevenire queste situazioni, piuttosto che intervenire quando si è di fronte ad un’emergenza o, peggio ancora, quando ci sono vite distrutte dal trauma subito. E’ fondamentale la figura dello psicologo a supporto degli atleti, dell’allenatore, della squadra, delle famiglie, e più in generale per tutti coloro che si dedicano alla pianificazione di strategie associate al mondo dello sport volte a migliorare la salute e prevenire il disagio giovanile”.