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Funerali “pilotati”, medico indagato per corruzione e abuso d’ufficio

1 novembre 2022 | 18:04
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Funerali “pilotati”, medico indagato per corruzione e abuso d’ufficio

Si allarga l’inchiesta sul presunto giro di favori con le agenzie funebri

Un noto professionista che per anni ha lavorato in un ospedale dell’Asl Toscana nord ovest risulta sotto indagine per corruzione e abuso d’ufficio. All’interno di un’inchiesta più ampia che riguarda anche altre persone, sui cosiddetti “funerali pilotati”. Per le ipotesi dell’accusa il medico, infatti, sarebbe coinvolto, insieme ad altri 7 indagati tra colleghi, infermieri e imprenditori, in un giro di favori, corruzione e “corsie preferenziali” per alimentare l’industria del “caro estinto”, lucrando sui lutti delle famiglie e a scapito di aziende sane, creando un meccanismo di concorrenza sleale nel settore delle onoranze funebri. Un sistema gelatinoso che secondo la procura lucchese coinvolgeva diverse persone, otto in tutto, a vario livello e titolo. Il medico sarebbe stato corrotto da almeno un’agenzia di onoranze funebri che avrebbe lucrato sulle spese per le esequie di defunti, le cui famiglie venivano indotte, secondo l’accusa, a scegliere, per i funerali la loro e altre aziende operanti nel settore delle onoranze funebri. I fatti risalgono all’ultimo periodo del 2019 e al 2020.

Le indagini e la sentenza in fase cautelare della Cassazione

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Lucca è partita a marzo scorso e il gip del Tribunale cittadino aveva accolto le ulteriori richieste degli inquirenti riguardanti alcune misure di tipo cautelare, per il noto professionista, tra le quali il divieto per il medico specialista di esercitare la professione, presso strutture pubbliche o private convenzionate. Ma nel maggio scorso il Tribunale del Riesame di Firenze aveva accolto le richieste dei legali del medico contro la misura cautelare del divieto di esercizio della professione medica per 9 mesi disponendo “la revoca di quest’ultima sul rilievo del venir meno dell’esigenza cautelare connessa al concreto pericolo di reiterazione dei contestati reati di abuso d’ufficio e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio”, come si legge nelle decisioni dei giudici di Piazza Cavour. Tutto ciò, infatti, emerge dalla sentenza della suprema corte di Cassazione, pubblicata il 24 ottobre scorso, che ha dichiarato inammissibile il ricorso del medico che chiedeva sostanzialmente anche la nullità dell’intera ordinanza del gip del Tribunale di Lucca. Così hanno deciso gli ermellini. L’inchiesta si trova ancora nelle fasi di indagini preliminari e questi passaggi giudiziari hanno a che fare con le misure cautelari e non col merito. L’iter processuale procede e solo in futuro se ne potranno conoscere gli esiti. Il medico, difeso dagli avvocati Graziano Maffei ed Enrico Carboni, aveva quindi proposto ricorso per Cassazione riproponendo, “con un unico motivo di gravame, l’eccezione di nullità dell’originaria ordinanza cautelare per l’omesso previo interrogatorio dell’indagato”.  Il 20 settembre 2022 i difensori del medico avevano depositato memoria con cui sottolineavano “le considerazioni svolte nel ricorso, rappresentando altresì i riflessi negativi che il provvedimento impugnato ha avuto sulla vita professionale del loro assistito”.

I giudici della sesta sezione penale della Cassazione lo hanno dichiarato inammissibile per carenza di interesse, perché, si legge in sentenza: “Considerato che la misura interdittiva ha attualmente perso la propria efficacia per essere stata revocata dai giudici dell’Appello cautelare, va rilevato che non persiste in capo al ricorrente un interesse concreto, attuale e giuridicamente apprezzabile in sede penale a rimuovere attraverso il gravame una decisione a lui eventualmente pregiudizievole”.

In altre parole per i giudici di piazza Cavour la sopravvenuta inefficacia di una misura cautelare interdittiva nel corso del procedimento incidentale determina perciò il venir meno dell’interesse all’impugnazione e la conseguente inammissibilità di quest’ultima. Non è dato sapere al momento se ci sono stati ulteriori sviluppi delle indagini preliminari dei giudici lucchesi, e in che direzione, sia per quanto riguarda il medico che presta servizio in vari ambulatori di diverse associazioni legate alla sua specializzazione, tra le province di Lucca, Pisa e Massa, sia per gli altri indagati. Ad oggi vige il massimo riserbo su questa delicata e complessa inchiesta giudiziaria. Se ne saprà di più solo nei prossimi giorni.