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Cronaca
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Depuratori, a Pisa non conforme quasi un campione su 3

7 ottobre 2022 | 17:31
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Depuratori, a Pisa non conforme quasi un campione su 3

Arpat ha controllato il 90% degli impianti di depurazione di reflui urbani con potenzialità maggiore di 2mila abitanti

Il 32% dei 180 depuratori controllati presentano irregolarità. Questo il quadro emerso dai recenti controlli Arpat, che ha controllato il 90% degli impianti di depurazione di reflui urbani con potenzialità maggiore di 2.000 ae. Sono emerse 90 irregolarità che hanno interessato 57 impianti, pari a circa il 32% dei 180 depuratori controllati.

“Arpat – spiega – nel 2021 ha controllato la qualità dello scarico finale di 180 impianti di depurazione di reflui urbani con potenzialità maggiore di 2.000 ae (abitanti equivalenti) recapitanti in acque superficiali, o maggiori di 10mila ae se recapitanti in acque marino costiere, su un totale di 201 impianti censiti in Toscana (90%). Il controllo allo scarico degli impianti di depurazione ha l’obiettivo di verificare l’adeguatezza e l’efficienza dei trattamenti depurativi impiegati e l’impatto dello scarico sul corpo idrico, al fine di non pregiudicarne lo stato di qualità”. Si legge in una nota di Arpat: “Le violazioni contestate hanno portato a rilevare 81 sanzioni amministrative e 9 di tipo penale con comunicazioni di notizie di reato”.

A Pisa, su 28 impianti controllati, sono stati prelevati 77 campioni di cui ben 21 non sono risultati conformi. “Per la provincia di Pisa, in cui sono presenti depuratori prevalentemente a servizio dell’industria conciaria gestiti dal Consorzio Cuiodepur e Consorzio Aquarno, si rimanda agli approfondimenti oggetto di specifiche note sugli esiti del controllo 2021 allo scarico finale del depuratore Aquarno e sull’attività di monitoraggio delle acque del canale Usciana al fine di valutare l’impatto dell’impianto di depurazione sulla qualità delle acque del canale. Nel Rapporto è possibile consultare nel dettaglio gli esiti dei controlli per singola provincia con l’anagrafica di ogni impianto e le eventuali sanzioni effettuate durante il 2021”.

A Lucca la maggior parte delle contestazioni. “Rispetto al 2020 – spiega Arpat -, si osserva un lieve incremento nel numero di impianti controllati (circa 10 in più) e un aumento delle sanzioni amministrative (17 sanzioni in più); rimangono pressoché stabili le notizie di reato (una in più). I depuratori oggetto di sanzione amministrativa sono 13 in più rispetto alla scorso anno (da 42 si passa quest’anno a 55 impianti) mentre rimane stabile il numero di impianti su cui è stato eseguita una comunicazione di reato. I motivi di queste violazioni sono nella maggior parte riferibili a superamenti dei limiti di legge di alcuni parametri ricercati (sia di tab. 1 e tab. 3, All. 5 parte III del D.Lgs. 152/06) e altre irregolarità dovute al mancato rispetto di prescrizioni presenti negli atti autorizzativi. I parametri per i quali si riscontrano più frequentemente superamenti sono solidi sospesi e BOD5 , seguiti da Escherichia coli. Più limitati i superamenti di COD, azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, seguiti da parametri appartenenti alla tabella 3, tra cui zinco (3 casi), rame, alluminio e ferro (un superamento ognuno). Gli impianti di depurazione controllati nel 2021 sono distribuiti tra i 15 Gestori compresi quelli fuori dal servizio idrico integrato (Aquapur, Aquarno, CuoioDepur, Gida). Gli impianti di dimensioni maggiori di 100.000 AE hanno registrato le percentuali più alte di irregolarità sia amministrative (SA) (70%) che penali (CNR) (30%)”.