La denuncia del Sappe |
Cronaca
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Agente preso a pugni e bastonato al Don Bosco

3 ottobre 2022 | 12:08
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Agente preso a pugni e bastonato al Don Bosco

Ferito, ne avrà per 21 giorni

Ancora un aggressione al carcere Don Bosco di Pisa.

Lo rende noto il sindacato Sappe.

“Ieri mattina, 2 ottobre, verso le 12, 40, all’interno del reparto Sai ( centro clinico) un detenuto tunisino trasferito a Oisa per aver creato disordini nell’istituto di provenienza, senza nessun motivo ha aggredito un agente della Penitenziaria colpendolo al volto prima con un pugno e successivamente, avvalendosi di un bastone della scopa, lo ha colpito ripetutamente con violenza”.

L’agente è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello, dove gli sono state diagnosticate ferite guaribili in 21 giorni.

“Ancora una volta dobbiamo segnalare l’ennesimo episodio di aggressione – tuona il segretario del sindacato, Donato Capece -. La carenza di organico dell’istituto pisano non è più tollerabile soprattutto se si tiene conto che la casa circondariale è un istituto di primo livello impegnato in modo costante nella gestione di detenuti problematici e psichiatrici. All’agente va la mia solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione.

Impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, ministri della giustizia e capi del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale di Polizia Penitenziaria, cosi come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine degli giorno. Ma sembra che a nessuno frega nulla, Importante e urgente, è prevedere un nuovo modello custodiale. E’ infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Penitenziaria. E per abbattere l’apatia e l’ozio nelle celle i detenuti, invece, dovrebbero essere messi nelle condizioni di lavorare, anche a favore delle comunità territoriali con impieghi in attività socialmente utili. Ma non è certo lasciandoli ore a far nulla nelle celle e nei corridoi delle Sezioni che si favoriscono condizioni di trattamento e rieducazione come prevede la nostra Carta costituzionale”.

Per questo Capece confida che “nel governo che verrà, venga individuata una persona per la giustizia che non trascuri la situazione nelle nostre carceri, che resta allarmante con i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. E’ necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.