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Cronaca
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Anziana muore per un’ischemia dopo l’intervento, anestetista condannato a risarcire l’ospedale

6 agosto 2022 | 16:52
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Anziana muore per un’ischemia dopo l’intervento, anestetista condannato a risarcire l’ospedale

L’uomo era stato condannato per omicidio colposo

Un decesso che poteva essere evitato per i giudici che hanno ravvisto colpa grave e negligenza nei comportamenti dell’anestesista che ora è stato condannato a risarcire l’azienda ospedaliera che a sua volta aveva risarcito gli eredi della donna come disposto in sentenza.

L’anziana signora della Lucchesia il 17 dicembre del 2008 era stata costretta ad operarsi al cervello per l’asportazione chirurgica di un tumore cerebrale che sia nella forma benigna sia nella forma maligna genera nel paziente sintomi molto fastidiosi proprio per la zona in cui si trovano. La donna però durante l’intervento ebbe un’ischemia e fu trasferita al Versilia dove poi morì l’8 luglio del 2009.

Qualcosa non quadrava ai parenti e ai medici che cercarono di curarla successivamente all’operazione e nel 2010 la procura di Pisa apre un’inchiesta sul medico e sulla struttura sanitaria, l’azienda ospedaliera pisana, che nel 2015 portò alla condanna a 1 anno e 10 mesi di reclusione per omicidio colposo e rifiuto di atti d’ufficio nei confronti dell’anestesista, disponendo anche il pagamento di circa 100mila euro di risarcimento danni agli eredi della donna deceduta. Questo perché in sede penale i periti del Tribunale di Pisa avevano accertato il nesso di causalità e la condotta omissiva dell’anestesista, derivante dall’omissione del necessario monitoraggio che aveva impedito di rilevare lo stato di ipotensione, causa determinante dell’ischemia cerebrale.

Il tribunale aveva valutato la condotta del medico gravemente colposa sotto il profilo della negligenza, definita macroscopica, anche in conseguenza della mancata redazione della cartella infermieristica, con omissione della necessaria valutazione preparatoria, della richiesta del consenso informato e di un adeguato monitoraggio dei parametri del paziente in fase di intervento. Nel 2020 la corte d’Appello di Firenze, dichiarata l’estinzione del processo per sopravvenuta prescrizione, confermava invece le statuizioni civili contenute nella sentenza impugnata e liquidate a carico dell’ imputato in favore delle costituite parti civili (gli eredi del paziente deceduto) nonché le spese anticipate per il giudizio. Si determinava, pertanto un danno, comprensivo della liquidazione della notula dell’avvocato difensore dell’’azienda ospedaliera universitaria pisana, pari ad euro 98.444,81.

Gli eredi ottengono il risarcimento da parte dell’azienda ospedaliera e ora la corte dei Conti, il 4 agosto scorso, ha condannato il medico a restituire 80mila euro per danno erariale all’ospedale dove lavorava all’epoca dei fatti, cioè il totale della somma disposta in sentenza meno la quota rischio a carico dell’azienda ospedaliera. Si legge infatti in sentenza: “La Corte dei conti, sezione giurisdizionale regionale per la Toscana, definitivamente pronunciando sul giudizio, in accoglimento parziale delle richieste della Procura erariale, condanna il convenuto al pagamento di complessivi euro 80.000, già comprensivi di rivalutazione monetaria, in favore della azienda ospedaliera pisana, oltre interessi legali dal deposito della sentenza al soddisfo”. Il medico, come accettato in sede penale, non aveva redatto la cartella infermieristica omettendo la necessaria valutazione preparatoria, non aveva richiesto il consenso informato e, durante l’intervento non aveva effettuato un adeguato monitoraggio dei parametri del paziente in fase di intervento, tanto da indurre il Tribunale penale a quantificare la pena discostandosi dal minimo edittale ed a negare all’imputato le attenuanti generiche. Ora è tempi di risarcire l’ospedale che ha pagato i danni agli eredi della donna deceduta.