Il precariato vale: docenti e Ata in tribunale per ottenere la corretta ricostruzione di carriera



Avvocati Nazzi e Montagnani: “Per avere il riconoscimento dei loro diritti, devono fare causa al Ministero”. Come successo a una custode di Montopoli
L’ultima in ordine di tempo è una custode di Montopoli Valdarno. Ma sono diversi i casi anche nel comprensorio del Cuoio, tra docenti e personale Ata, che hanno dovuto rivolgersi al tribunale per ottenere la corretta ricostruzione di carriera.
Lo spiegano gli avvocati Serena Nazzi e Sebastiana Montagnani, dello studio legale Nazzi Montagnani di Ponte a Egola di San Miniato, che questi casi li hanno seguiti e li stanno seguendo. “Ancora oggi – chiariscono infatti le due avvocatesse – il Ministero continua a penalizzare gli insegnanti e il personale Ata che ha svolto anni di precariato, pertanto l’unico modo per ottenere la tutela dei propri diritti e quindi il riconoscimento di aumenti retributivi e scatti di anzianità che influiranno anche su Tfr e pensione, è quello di rivolgersi all’avvocato esperto in materia”.
Sono state alcune pronunce della Corte di Cassazione a cercare di rimodulare il divario tra chi è stato precario per tanti anni e chi invece ha avuto l’occasione di entrare presto di ruolo, “docenti e personale Ata con anni di precariato prima del ruolo, hanno quindi iniziato a rivolgersi ai tribunali per tutelare i loro diritti”. La Corte di Cassazione è così intervenuta a favore dei lavoratori della scuola per mettere in evidenza il vizio della normativa italiana rispetto alla normativa europea, che riconosce invece l’immediato integrale riconoscimento del servizio svolto prima dell’immissione in ruolo, durante cioè il periodo di precariato.
“Oggi, purtroppo, in Italia docenti e Ata per ottenere il riconoscimento dei loro diritti devono fare causa al Ministero“, si rammaricano gli avvocati Nazzi e Montagnani, che con il loro studio stanno portando avanti con successo queste azioni.