“Spero di essere una mamma all’altezza di quel babbo incredibile che eri”





Folla al funerale di Jacopo, lanciata anche una raccolta fondi
“Spero di essere una mamma all’altezza di quel babbo incredibile che eri”. Poche e commosse parole quelle che la giovane moglie e madre del loro bimbo di un anno Alessia ha rivolto a Jacopo Varriale, morto a 36 anni in un assurdo e terribile incidente in FiPiLi nella notte tra venerdì e sabato sera (qui la notizia).
Oggi 16 maggio, a Santa Maria a Monte è stato celebrato il funerale, in una chiesa parrocchiale troppo piena per contenere tutto quel dolore e tutti quegli amici. Di una vita breve, ma fatta di condivisioni speciali: dallo sport al lavoro, alla scuola chiunque abbia conosciuto Jacopo ha di lui un ricordo speciale.
“Noi pregheremo per voi – ha detto il celebrante guardando le famiglie, quella d’origine e quella che si era costruito -, perché la vostra croce sia meno pesante”. “Vedo tanti giovani – ha aggiunto -. Desidero dire loro che un funerale non é solo un addio, per piangere e dire grazie a Jacopo. Qui oggi ci sono tante persone e se ci sono è perché hanno la convizione che la vita é un dono enorme”. E che quella di Jacopo è stata un dono per tutti loro.
Un dono che ora serve fare ad Alessia e al piccolo Andrea: è stata lanciata una sottoscrizione che ha già raccolto più di 5mila euro.
A dare l’ultimo addio al giovane padre c’erano gli amici di una vita, i colleghi della Codyeco di Santa Croce dove lavorava, tutto il mondo del nuoto che lo aveva accompagnato tutta la vita assistendo ai suoi successi di gioventù, passati nella piscina di Empoli fra una vittoria e un’altra in giro per l’Italia, ma anche gli amici dello stadio, di quella grandissima passione rossonera ben simboleggiata in una maglietta adagiata sulla bara e poi stretta al collo del padre, o gridata a squarciagola dai compagni all’uscita del feretro dalla Collegiata.
“Eri come una stella – ha detto il fratello Thomas, più giovane di tre anni –, capace di attrarre a te le persone in maniera irresistibile. Una capacità incredibile di lasciare sempre un bel ricordo anche nelle amicizie di un passato remotissimo, che oggi sono qui a ricordare con tutti noi la grande persona che eri. Non c’è modo migliore di tutte queste persone per dimostrare chi sei stato. Quello che voglio prometterti oggi, Jacopo, è che non permetteremo a nessuno di dimenticarti”.
Parole struggenti sono poi giunte dalla famiglia che Jacopo aveva scelto, a Santa Maria a Monte, paese dove era riuscito in poco tempo a farsi voler bene da tanti. “Sei arrivato con un sorriso smagliante alla porta di una casa e di una famiglia di pazzi come noi, che ti ha subito accolto – ha detto la sorella di Alessia, Alessandra –. In poco tempo sei diventata il mio punto di riferimento, che non potrò mai sostituire. Ti prometto che continueremo a parlare bene di te, come quando eri con noi, e che Alessia e Andrea non saranno mai soli”. A salutare a Jacopo fuori dalla chiesa, insieme ai cori degli amici milanisti, un lunghissimo applauso.