“Da un anno non pagano l’attrezzatura”, blitz (fallito) davanti alla palestra per riavere il materiale



La struttura oggi è rimasta chiusa: “Sapevano che saremmo venuti a prendere le nostre cose”
Alcuni clienti, ignari di tutto, hanno parcheggiato e sono scesi con i loro borsoni, pronti ad allenarsi. Quello che non potevano sapere è che la palestra The new Infinity fitnessdi Castelfranco di Sotto oggi (30 aprile) è rimasta chiusa. Si potrebbe pensare a un giorno di riposo anticipato prima del Primo Maggio, ma Stefano Franceschini, amministratore delegato della Blue Drink è di tutt’altro avviso: “Sapevano che saremmo venuti a prendere le nostre cose e probabilmente non si sono fatti trovare”. Così i clienti al posto delle luci e della musica hanno trovato un presidio del corpo Guardie di Città di Pisa e un autoarticolato pronto a caricare l’attrezzatura e portarla via.
La storia, per come raccontata da Franceschini, ha dell’incredibile ed arriva al culmine di un contenzioso che dura da mesi. “La quasi totalità delle attrezzature all’interno della palestra è nostra – spiega l’ad della società che lavora nel mondo del fitness – ma da un anno il gestore della palestra non ci paga l’affitto del materiale”. Dagli attrezzi da palestra più comuni come panche, tapis roulant, pesi, fino a elementi di arredo e di impiantistica come spogliatoi, caldaia, climatizzatori, boiler, armadietti, specchi. Tutto il materiale sarebbe di proprietà della Blue Drink che però da un anno non vede un euro per il noleggio. “Ho le fatture di tutto”, assicura Franceschini mentre tira fuori anche il carteggio del suo avvocato che da mesi non riceve risposte.
“Prima chiedevamo che venisse firmato il contratto – spiega Franceschini – ora, da febbraio, abbiamo intimato la restituzione di tutte le nostre attrezzature”. Ma la questione parte da lontano e merita di essere raccontata passo per passo.
La palestra che affaccia sulla via Francesca Sud, poco prima di arrivare nel centro storico di Castelfranco, è aperta da qualche anno e con il Covid ha cambiato gestione. “Qualche problema – spiega Franceschini – c’era stato anche con il vecchio gestore, quando la palestra si chiamava Greenfit, ma poi siamo riusciti a chiudere i conti e ha pagato tutto quanto mi doveva per il noleggio”. Il Covid e il lockdown per la Greenfit sono stati una mazzata che hanno costretto a chiudere, facendo subentrare circa un anno fa un nuovo gestore che ha preso le redini della palestra con tutta l’attrezzatura già allestita. La stessa attrezzatura che era nella Greenfit è oggi nella The new Infinity fitness”.
La fase del passaggio di gestione è un momento cruciale. “Noi – dice Franceschini – avevamo un preliminare che il nuovo gestore avrebbe dovuto firmare, ma non l’ha mai fatto”. Nel preliminare c’è l’elenco di tutto il materiale della Blue Drink presente dentro la palestra, così come la cifra mensile per il noleggio. Circa 800 euro al mese, che, moltiplicati per dodici mesi, fanno una bella cifra. Oltre al fatto che le attrezzature e i macchinari sono anche oggetti di valore. “Noi avevamo parlato anche di un canone agevolato per i primi mesi – spiega Franceschini – magari partendo da una cifra più bassa per poi arrivare a quanto pagava il vecchio gestore. Eravamo appena usciti da due lockdown, era un periodo di caos per tutti perché dopo tanto tempo fermi abbiamo ripreso a lavorare”.
“Lo abbiamo sollecitato in tutti i modi a firmare – spiega l’amministratore delegato -. Prima con messaggi informali, amichevoli, ma lui si è inventato scuse di ogni genere per rimandare la firma. Arrivati all’estate del 2021 ci ha chiesto di venirgli incontro, visto che è un periodo in cui le palestre lavorano meno, facendo partire il contratto da settembre”. Accettata la proposta di partire col contratto da settembre i mesi estivi passano, ma poi non succede niente. I messaggi e le chiamate di Franceschini sarebbero stati rimbalzate con scuse di circostanze volte a ritardare il più possibile la firma. “Da settembre ci rimanda a ottobre, da ottobre a novembre e noi a dicembre decidiamo di fargli scrivere dall’avvocato”. Quindi, da aprile, la prima pec dell’avvocato parte nel dicembre 2021.
“Gli intimavamo di chiudere l’accordo e iniziare a pagare – dice l’amministratore delegato -. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta e a metà febbraio con un’altra pec e una raccomandata gli abbiamo intimato di restituire i beni”. Anche stavolta nessuna risposta ufficiale e così arriviamo a oggi. La scorsa settimana, con una nuova lettera dell’avvocato, la Drink Blues comunicava che oggi, 30 aprile, i suoi rappresentanti sarebbero venuti a riprendersi i beni di sua proprietà. “Sapendo della nostra visita, probabilmente ha deciso di chiudere e non farsi trovare”, commenta Franceschini.
La sua è una dimostrazione di forza, volta a rendere evidente “la mancanza di volontà di restituire i beni da parte del nuovo gestore”. Al netto di colpi di scena e di risoluzioni in positivo (un pagamento di tutti gli arretrati e la firma del preliminare) Franceschini proseguirà per le vie legali. I carabinieri sono stati informati proprio stamattina e la denuncia “è uno strumento fondamentale per poi rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere un sequestro immediato: è ciò che chiederemo”.
Inutili anche le chiamate al gestore, il quale è risultato irraggiungibile per un chiarimento.