Due milioni di euro grazie alle frodi via sms fra il Belgio e la Toscana: coppia nei guai

Una donna di 43 anni e un uomo di 40 anni hanno colpito anche nel Pisano: la Cassazione stabilisce che debbano essere processati a Liegi

Erano riusciti ad accumulare su un paio di conti correnti italiani oltre 2 milioni di euro grazie al cosiddetto “smishing”, la Cassazione ha deciso di consegnare alle autorità belghe i due detenuti.

Una donna di 43 anni e un uomo di 40 anni, entrambi residenti a Prato, erano finiti in carcere nel mese di gennaio proprio su un mandato di arresto europeo del tribunale di Liegi per associazione a delinquere finalizzata a frodi informatiche e riciclaggio. I due insieme ad altri complici da individuare avevano compiuto una serie di truffe in Belgio e in Germania, ma anche in Italia, tra il Fiorentino, il Pisano e la Versilia. Le autorità giudiziarie belghe però a differenza dei colleghi italiani sono già in una fase avanzata del procedimento penale a carico dei due imputati e quindi gli ermellini hanno accettato di consegnarli al tribunale di Liegi dove saranno processati e attenderanno gli esiti in un carcere del Belgio.

I legali dei due hanno presentato un ricorso d’urgenza in Cassazione per evitare il trasferimento in Belgio dei loro assistiti chiedendo il processo in Italia e il prosieguo della detenzione nel carcere di Firenze. Ma per i giudici di piazza Cavour, che hanno dichiarato inammissibili i due ricorsi e condannato gli imputati a 3mila euro di ammenda, le cose stanno diversamente.

I giudici della Cassazione hanno verificato che, nonostante alcuni reati siano stati commessi, secondo le autorità belghe, anche in Italia e che i soldi siano stati trovati su conti correnti italiani, in alcune banche della Toscana, al momento non risultano avviati procedimenti penali nei loro confronti nei tribunali nazionali. Per evitare, dunque, il ne bis in idem, valido per tutti i paesi che hanno aderito alla convenzione di Schengen, che prevede che nessuno possa subire due processi differenti per i medesimi fatti, i due sono stati consegnati agli inquirenti del Belgio per il prosieguo dell’iter giudiziario a loro carico.

Le persone di nazionalità italiana che al termine del processo e dopo una eventuale sentenza di condanna risulteranno parti lese, riconosciute nel processo in svolgimento a Liegi, dovranno poi attendere comunicazioni ufficiali da parte della Corte d’Appello di Firenze che a sua volta dopo aver ricevuto conferma dal ministero della giustizia, provvederà ad avvisare la “vittime” italiane che potranno richiedere il risarcimento dei danni subiti sempre attraverso il distretto fiorentino.

Una procedura un po’ più lunga ma visto che i soldi delle truffe sono stati individuati la speranza per chi è stato vittima dei due pratesi di ottenere il risarcimento è molto alta. Si chiama smishing (acronimo di sms phishing) la variante di un attacco phishing che utilizza i messaggi sms per attirare in trappola la malcapitata vittima. Così come le campagne di phishing prevedono l’invio massiccio di e-mail esca, con lo smishing vengono inviati messaggi di testo con un tono urgente per richiedere informazioni riservate all’utente. Nelle ultime varianti di smishing, inoltre, gli hacker hanno scoperto il modo di usare versioni modificate di normali applicazioni scaricabili dai vari app store per installare sullo smartphone della vittima un software malevolo in grado di simulare la ricezione di un messaggio sms. Nel dubbio mai rispondere a questi sms e contattare direttamente la propria banca e le forse dell’ordine.

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