Strage del Duomo, un super consulente di esplosivi per fare luce






Danilo Coppe, chiamato anche per la Moby Prince, studierà il caso. Il comitato di Cigoli chiede di riaprire le indagini
Chiudere una volta per tutte le speculazioni “tossiche” sulla strage del Duomo, onde evitare falsità, ma anche giochi politici. Questo l’intento dello storico Comitato Gori di Cigoli, che grazie ad una prestigiosa collaborazione ha deciso di rimescolare le carte e ristudiare, ancora, a fondo. L’incarico, a titolo gratuito, è stato a Danilo Coppe, fra i più grandi esperti italiani di esplosivi.
Il tema è noto, e passa a metà strada per quella doppia verità che ha lacerato la comunità sanminiatese per decenni: bomba americana o bomba tedesca. “Una vicenda che ha tenuto il paese diviso per tanto, troppo, tempo – dice il presidente del Comitato Giampiero Montanelli – l’intento è riunire, fare un opera di ricongiunzione, affidarsi ad un esperto di fama mondiale che, speriamo, abbia qualcosa di nuovo da dire, vedendo ciò che è noto con occhi diversi. Avere elementi in più che possano riunire la popolazione attorno a questa vicenda così divisiva”.
L’obiettivo è fare luce su tante cose che ancora non hanno risposta, da un punto di vista squisitamente tecnico. “Sulla nuova ricostruzione, l’ultima che è stata fatta, la bomba americana, fissata con la ‘nuova’, ci sono alcuni dubbi che da sempre attanagliano molti di noi – dice Enzo Cintelli, storico animatore del Comitato. – Ad esempio: come è possibile sostenere che il proiettile fatto esplodere a tre quarti di altezza accanto alla nota semicolonna, non lasci alcuna traccia in quel punto? La potenza che stritolò la balaustra di marmo fino a schiacciare i capitelli è compatibile con la pioggia di schegge prodotte? Com’è possibile che le schegge prodotte da un obice da 105mm, possano uccidere 55 persone, ferirne un centinaio, stritolare una balaustra e fare una tale buca nel pavimento? Infine, quel tipo di proiettile è compatibile con alcune delle descrizioni fatte dai testimoni, come quella rilasciata di fronte alla commissione comunale da don Lionello Benvenuti il 29 settembre ‘44, in cui si parla di ‘una nuvola di fuliggine nera, tale restare sui vestiti e in volto’?”.
“Noi, modestamente, senza la volontà di forzare la mano su niente, vogliamo consegnare ulteriori risposte – continua Cintelli – fare chiarezza, rispetto a questioni ancora aperte. La nostra è una iniziaitiva umile, aperta e senza le contrapposizioni che hanno lacerato il comune in tanti anni. Risolvere tutto sarebbe pretestuoso, ma vogliamo aprire una riflessione nuova, ecco tutto”.
Di origine trevigiana, già ‘superperito’ chiamato a dire la sua sulla Moby Prince, geominerario ed esperto di esplosivi, Danilo Coppe è stato consulente della Corte d’Assise di Bologna anche nell’ultimo processo sulla strage del 1980. Docente del Master di Analisi Chimiche presso l’Università di Bologna, è presidente dell’Ire, Istituto Ricerche Esplosivistiche. Come consulente, è stato chiamato a dire la sua anche su Piazza della Loggia e Ustica. Ha inoltre effettuato diversi abbattimenti in varie parti d’Italia, dalle Vele di Scampia all’ex Ansaldo, dagli edifici pericolanti de L’Aquila alle campate del Ponte Morandi di Genova. E’ autore anche di numerosi libri di successo su crimini esplosivi e indagini criminali, come sul caso Unabomber.
“Sarà a San Miniato fra una decina di giorni – dice Lisandro Nacci – L’idea di contattarlo ci è venuta dopo aver letto sui giornali di cosa si era occupato in passato. Raramente la Storia parla con la voce della certezza e della verità assoluta. La Storia va sempre avanti, pur studiando il passato. Ci può essere un appiglio che sempre porta a sviluppi nuovi. Noi crediamo che le tante storie raccontate in questi anni siano carenti di questi dettagli e appigli”.
Una collaborazione benedetta da tutto lo storico comitato, da sempre custode della memoria sanminiatese sulla Resistenza e sui quei tragici anni: col presidente Giampiero Montanelli, Cintelli e Nacci, anche Delio Fiordispina, Mario Rossi (detto Maglietta), Luigi Alfano e Pietro Rosselli,
“Noi abbiamo concordato questo: non vuole pressioni politiche di nessun tipo – dice Fiordispina. – Lavorerà su foto e referti e su ciò che riterrà opportuno. Verrà qua, farà sopralluoghi e in base a quello che c’è dirà la sua”. “A me basta che la popolazione di San Miniato – ha detto Mario Rossi – che ha portato avanti questa ferita per tanti anni trovi modo di riflettere su quanto successe”.
Nato nel 1992 su impulso di un nutrito gruppo di appassionati di storia e memoria cittadina, presieduto per anni dalla maestra Lia Bertini, che ne è stata animatrice per molto tempo, il Comitato Giuseppe Gori si è da sempre impegnato nella difesa della memoria della guerra di Liberazione e nella difesa dei valori democratici. Costruito intorno alla figura del patriota e partigiano antifascista sanminiatese Gori, ha negli anni organizzato numerosi incontri e dibattiti finalizzati ad approfondire la storia della Seconda Guerra Mondiale e dei tragici fatti della strage del Duomo, avvenuta il 22 luglio 1944, sulla quale non ha mai espresso una posizione univoca incentivando la riflessione e la ricerca storica.