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Si intasca i soldi dei condomini che amministra: confermata la condanna di una 41enne

10 gennaio 2022 | 13:29
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Si intasca i soldi dei condomini che amministra: confermata la condanna di una 41enne

Originaria di Pisa aveva spostato 80mila euro sul suo conto personale

Per i giudici in un solo anno si sarebbe intascata i soldi dei condomini in due stabili che amministrava, tra Lucca e Capannori: 41enne originaria di Pisa, condannata definitivamente per appropriazione indebita aggravata.

La corte di Cassazione le ha negato i benefici delle attenuanti perché avrebbe commesso lo stesso reato nei cinque anni previsti dalla legge (recidiva infraquinquennale). L’amministratrice dei condomini era stata già condannata sia dal tribunale cittadino sia dalla corte d’Appello di Firenze, in entrambi i procedimenti penali a suo carico, poi riuniti e ora conclusi con sentenza definitiva.

Tra Lucca e Capannori in qualità di amministratrice di condomini si era appropriata di oltre 80mila euro sottraendoli dal conto corrente della società e spostandoli sul suo conto personale. Scoperta da alcuni inquilini, finiti nella rete intessuta dalla donna, secondo i giudici, era stata poi denunciata alle autorità giudiziarie cittadine che hanno svolto le indagini per conto della magistratura lucchese. Sono rimaste invece ancora senza un nome le persone che avrebbero aiutato, secondo gli investigatori, la donna a realizzare il raggiro. Non è stato difficile risalire a lei e a ricostruire l’intera vicenda.

Gli investigatori avevano sequestrato l’intera documentazione contabile dei due condomini gestiti e verificato i conti correnti. Da queste attività investigative si è risaliti facilmente al movimento di denaro per cui è scattata la denuncia e ora il processo. Ventuno le parti offese che si erano costituite in giudizio in qualità di parti civili. Il reato di appropriazione indebita si consuma quando l’amministratore, che ha la disponibilità di denaro di proprietà altrui (condomini) in virtù dell’incarico ottenuto, si comporta come se fosse il proprietario, con la volontà espressa o implicita di considerare lo stesso come proprio. Nondimeno, il reato si configura anche quando l’amministratore, allo scopo di coprire perdite che si verificano in altri condomini dallo stesso gestiti, trasferisce fondi di proprietà di un condominio ad un altro.

Si legge in sentenza: “Il ricorso è inammissibile perché basato su motivi che reiterano censure compiutamente esaminate dalla corte territoriale. Considerazioni generiche, che non tengono conto delle ragioni, ben evidenziate dalla sentenza impugnata, a base del diniego delle circostanze attenuanti generiche (la personalità negativa dell’imputata, desumibile dalla reiterazione delle condotte criminose per un arco temporale di oltre tre anni)”.

La donna è stata anche condannata a risarcire le parti civili e al pagamento delle spese processuali e 3mila euro in favore della cassa delle ammende della suprema corte di Cassazione.