Folla e dolore per l’addio a Vincenzo: “Ancora increduli per questa morte inaccettabile”






Un lutto che unisce due comunità che oggi hanno voluto dare l’ultimo saluto al 47enne padre di famiglia
Un fiume di persone per dare l’ultimo saluto a Vincenzo Garone. L’epilogo della tragedia che unisce Santa Maria a Monte a Santa Croce sull’Arno si è consumato oggi (23 ottobre) nella collegiata della Chiocciola, dove sono stati celebrati i funerali di Vincenzo Garone, morto sul lavoro a soli 47 anni.
Una morte inaccettabile, che si aggiunge “sequenza impressionante“, come l’ha definita don Bruno, di morti sul lavoro. Vincenzo lascia la moglie e un figlio e oggi parenti, amici e colleghi si sono stretti attorno alla famiglia. Tra loro anche molti giovanissimi, amici del figlio della vittima.
“Un lutto che unisce comunità diverse – ha detto il parroco di Santa Maria a Monte don Meini durante l’omelia -. In tantissimi oggi stanno esprimendo vicinanza e cordoglio, venuti anche da altri paesi. Siamo ancora increduli per quello che è successo in questi giorni: pochi minuti sono bastati a stravolgere delle vite. Non ci sono parole adatte per esprimere lo sgomento. Il silenzio in questo caso parla più di tante parole”.
Il piazzale della chiesa stracolmo di persone parla da sé. Più di cento persone si sono riunite per dire addio all’operaio che lo scorso 16 ottobre, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe rimasto schiacciato dal pilone di un escavatore. È l’ennesima tragedia che si consuma su un luogo di lavoro, non l’unica che quest’anno ha scosso il comprensorio del cuoio: a febbraio la stessa sorte è toccata a Salvatore Vetere, imprenditore edile 51enne di Montopoli rimasto schiacciato sotto il peso di una cisterna mentre eseguiva dei lavori in una conceria di Castelfranco di Sotto.
Per la vicenda di Garone c’è un indagato, il titolare della ditta in cui è avvenuto l’incidente, ma è un atto dovuto che serve a tutelare anche lo stesso imprenditore. Dopo l’autopsia sul corpo, da cui gli investigatori otterranno importanti elementi, resta ancora sotto sequestro il mezzo che l’operaio stava utilizzando per capire se ci sia stato un malfunzionamento.
Ma in questi giorni, oltre agli accertamenti dovuti, resta lo sgomento. Si allunga la lista di morti bianche e cresce la consapevolezza della necessità di misure di sicurezza più stringenti sui luoghi di lavoro.