Istruttore condannato per violenza sessuale, sospeso anche da procura sportiva e Coni

In attesa del giudizio definitivo non potrà svolgere le sue funzioni: la vittima una ragazza di 16 anni allieva del corso
Istruttore di una società di canoa e canottaggio del Valdarno pisano condannato in primo grado a 5 anni di reclusione per violenza sessuale, nei confronti di una sua ex allieva minorenne, sospeso anche dalla procura federale sportiva e dal Coni, in attesa della conclusione del processo penale a suo carico.
Anche la corte d’Appello sportiva federale ha, infatti, nelle scorse settimane, respinto il ricorso dell’uomo accusato di aver commesso violenza sessuale ai danni di una ragazzina minore 16 anni sua allieva durante un corso di canoa. Le gravissime e pesanti accuse, secondo la giustizia sportiva, consentono la sospensione da qualunque attività federale fino al termine del procedimento penale che se dovesse confermare la condanna di primo grado porterà l’uomo in carcere e anche alla radiazione definitiva dalla federazione nazionale di canottaggio e dal Coni.
I fatti oggetto del procedimento penale e sportivo risalgono al 2011 quando, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe commesso reati a sfondo sessuale nei confronti di una ragazzina di 15 anni che stava allenando durante uno stage di allenamento sul fiume Arno. L’uomo era stato riconosciuto colpevole nel processo di primo grado e ora sta affrontando quello d’Appello. Inoltre i giudici lo avevano anche condannato all‘interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e all’interdizione legale durante la pena. Oltre all’interdizione da qualsiasi ufficio attinente alla tutela ed alla curatela, da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio e servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori.
Quindi la corte sportiva d’appello federale ha respinto il ricorso dell’uomo contro la decisione dell’inverno scorso del tribunale federale sportivo che aveva già negato l’annullamento della sospensione in attesa delle decisioni definitive dei giudici penali. Si legge infatti in sentenza: “Questa Corte ricorda che il presente giudizio ha natura cautelare. Il successivo giudizio di merito stabilirà in modo più approfondito la fondatezza o meno delle incolpazioni al termine del procedimento penale. Ad oggi questa Corte ritiene che sussista il fumus boni iurisper confermare la sospensione nei termini statuiti dal tribunale Federale, sulla scorta degli accertamenti esperiti dalla giustizia ordinaria penale, seppur sottoposti al vaglio del gravame. Infatti le condotte poste in essere nel 2011 non appaiono certamente aderenti alle norme federali e conformi ai principi di lealtà, probità nei confronti della vittima giovane atleta a lui affidata dalla famiglia, della federazione, del Coni e più in generale verso il mondo dello sport. I fatti accertati sono veramente gravi ed integrano un reato odioso. Né le parole dell’uomo, né il suo reclamo hanno apportato fatti e/o circostanze che possano appannare quanto accertato dalla giustizia ordinaria. Alla luce di quanto sentito da parte dell’incolpato e sulla base della sentenza del tribunale penale questa corte ritiene che sussistano gli elementi per confem1are la sospensione”.
Il processo per violenza sessuale prosegue in corte d’appello a Firenze.