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Cronaca
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Sequestrati oltre 12 milioni di dispositivi medici nel porto di La Spezia: perquisizioni a Pisa e Carrara

28 maggio 2021 | 12:50
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Sequestrati oltre 12 milioni di dispositivi medici nel porto di La Spezia: perquisizioni a Pisa e Carrara

Cinque importatori, un cinese e quattro italiani, sono stati denunciati

Oltre 12.650.000 dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale sequestrati, tra mascherine chirurgiche, mascherine Ffp2 e guanti monouso, pronti ad essere immessi nel mercato o destinati ad istituti sanitari pubblici.

Questo è il bilancio delle attività di servizio condotte in oltre un anno di emergenza sanitaria dai militari del fruppo della guardia di finanza della Spezia, assieme ai funzionari dell’ufficio antifrode della dogana, in una serie di operazioni rivolte a verificare le spedizioni di dispositivi importati da altri paesi, transitate per il locale porto mercantile.

Fra i materiali oggetto di sequestro mascherine Ffp2 e chirurgiche prive di regolare marcatura Ce o con certificati falsi; guanti in vinile con marcatura Ce, rispondente ad una falsa certificazione e  gel igienizzante privo del previsto nulla osta sanitario.

La carenza della conformità comunitaria è stata confermata dalle analisi fatte nel laboratorio chimico della Dogana sui campioni prelevati.

I rinvenimenti di dispositivi non conformi in arrivo nel porto della Spezia hanno, in alcuni casi, costituito la premessa per effettuare perquisizioni presso le sedi aziendali di società importatrici, in
provincia di La Spezia e Firenze, nelle sedi di un corriere espresso di Pisa e Carrara e presso
istituti ospedalieri di Parma e La Spezia.

L’operazione assume un’importante valenza anche dal punto di vista della tutela della spesa pubblica, trattandosi, tra l’altro, di forniture commissionate da enti pubblici: le indagini svolte e l’analisi documentale hanno fatto emergere infatti, in taluni casi, non solo la non conformità della merce, ma anche un costo delle forniture ben al di sopra dei valori medi di mercato.

Cinque importatori, un cinese e quattro italiani, sono stati denunciati a vario titolo, per contrabbando aggravato, delitti contro l’economia e frode nelle pubbliche forniture, in quanto legali rappresentanti di società, insistenti nelle province di La Spezia, Firenze, Bergamo e Roma.