Controlli sulle concerie, scintille in Consiglio regionale. Fdi: “Nuovo direttore Arpat? E’ sotto processo per falso”

Torselli attacca Giani: “Il governatore non smette di stupire”. Il presidente ribatte sull’emendamento pro-imprenditori: “Presentato regolarmente e con anticipo”
Concerie e Arpat, scintille in consiglio regionale dopo l’inchiesta Keu. Perfino la discussione sul bilancio 2019 dell’ente di vigilanza ambientale scatena la polemica. Senza considerare che a rinfocolare le polemiche c’è stato proprio l’ordine del giorno sull’emendamento alla legge regionale che secondo gli inquirenti avrebbe consentito di spianare la strada all’attività delle concerie, rendendo più blandi i controlli.
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A dare il là, già in mattinata, è stato il capogruppo di Fdi, Francesco Torselli: “Il nuovo direttore di Arpat – dice – è Pietro Rubellini, attualmente a processo per falso ideologico e distruzione di bellezze naturali del Comune di Firenze. Non smette di stupire la capacità del presidente Giani nello scegliere i dirigenti regionali. Ormai sembra che il governatore abbia una predilezione per coloro che hanno processi in corso. Ci chiediamo quali siano i criteri adottati da Giani per scegliere idirigenti della Regione”. Parole pesanti che sono state pronunciate questa mattina in conferenza stampa.
“Rubellini era dirigente della direzione ambiente del Comune di Firenze quando sedevo nei banchi dell’opposizione di Palazzo Vecchio. Assieme ad un gruppo di cittadini presentai un espostoalla Procura di Firenze sull’abbattimento e il taglio di alberi a Firenze: anche da lì ono partite le indagini e poi il rinvio agiudizio per l’attuale direttore di Arpat. L’aver messo una persona che è imputata per distruzione di bellezze naturali a capo dell’agenzia regionale che si occupa di tutela dell’ambiente, sarebbe una divertente barzelletta se non fosse una sceltagravissima e inopportuna”, conclude Torselli.
Del resto, in Consiglio regionale la tensione è tornata a farsi alta fra Fdi e il governatore Giani. Motivo del contendere è stato l’emendamento pro-concerie approvato nella primavera dell’anno scorso e finito al centro delle polemiche aseguito dell’apertura di un’inchiesta da parte della direzionedistrettuale antimafia sul distretto del cuoio. Il capogruppo di Fdi, Francesco Torselli, presenta un’interrogazione a Giani che all’epoca presiedeva l’aula di palazzo del Pegaso. E in sette punti prova a fare chiarezza. La risposta del governatore, tuttavia, è sferzante: “È un’interrogazione assolutamente inammissibile- dichiara Giani- ma questa è una mia opinione. Rispondo per cortesia e perché su questa vicenda parlanoassolutamente i fatti, non a caso quell’emendamento per unavalutazione di opportunita’ viene revocato. La giunta con molta chiarezza ieri ha avviato l’iter all’unanimita’”. Il presidente della Regione si scaglia contro i quesiti di Fratelli d’Italia. Sciorina i dubbi del gruppo di opposizione sulla conduzione dellaseduta e alla fine sbotta: “Con questi profili da retropensiero di inquisizione non si contribuisce a sviluppare nel modomigliore i lavori del Consiglio”.
L’interrogazione, ricordando la notizia della recente indagine della Magistratura, si sofferma sulle modalità che portarono il Consiglio regionale all’approvazione di un emendamento del gruppo del Partito democratico, alla normativa sugli scarichi, nella seduta del 26 maggio scorso. Diverse le richieste del consigliere Torselli: se l’emendamento poteva essere considerato un “fuori sacco” e quindi votabile anche senza l’espressione formale del parere di regolarità tecnica da parte degli uffici; per quali motivi il presidente del Consiglio non abbia rinviato l’emendamento alla Commissione competente; se sussistevano motivi di urgenza tali, all’approvazione dell’emendamento, da non poter procedere né con il rinvio in commissione né con la sospensione temporanea dei lavori d’Aula, al fine di ottenere il parere di regolarità tecnica; infine, per sapere se la decisione di non illustrare l’atto, limitandosi alla lettura del dispositivo, da parte del presidente, fu presa dai consiglieri proponenti o se invece fosse prassi di quella seduta decisa dalla Conferenza di programmazione dei lavori.
“Nel mio vocabolario non esiste l’espressione ‘emendamento fuori sacco’”, ha affermato Giani, invitando a “toni e linguaggi tali da consentire la necessaria sintonia istituzionale all’interno di questo consesso”. Il presidente ha quindi affermato di aver dato lettura dell’emendamento in oggetto, e che “tutto lascia presumere che lo stesso sia stato inserito nelle cartelline”. Giani ha inoltre fatto presente come – a norma dell’articolo 138 del Regolamento interno del Consiglio regionale – le proposte emendative che non prevedono aumento di spesa o di minore entrate non necessitano del parere da parte degli uffici. “Le domande da lei poste – ha concluso il presidente della Giunta – sembrano valutazioni da inquisizione sul mio retro pensiero”.
“Nessun riferimento a retro-pensieri, ma solo l’esigenza di fare chiarezza su una vicenda abbastanza attenzionata in questi giorni”, così il consigliere Torselli, che si sarebbe aspettato di avere risposte esaurienti alle sue precise domande. Secondo il consigliere, di fronte a emendamenti di evidente complessità e dal carattere prevalentemente tecnico, sarebbe stato opportuno la sospensione dei lavori dell’Aula per i necessari approfondimenti, come pare fosse stato richiesto da diversi consiglieri. “L’intento della mia interrogazione era appurare se fosse stata distribuita copia dell’emendamento ai consiglieri e se fosse ben chiaro a tutti ciò che si apprestavano a votare” , ha concluso Torselli.