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Inchiesta ‘Keu’, l’associazione Il Dirigibile in protesta davanti al consiglio regionale

28 aprile 2021 | 14:53
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Inchiesta ‘Keu’, l’associazione Il Dirigibile in protesta davanti al consiglio regionale
Inchiesta ‘Keu’, l’associazione Il Dirigibile in protesta davanti al consiglio regionale
Inchiesta ‘Keu’, l’associazione Il Dirigibile in protesta davanti al consiglio regionale
Inchiesta ‘Keu’, l’associazione Il Dirigibile in protesta davanti al consiglio regionale

I manifestanti: “La Regione deve fornire risposte precise”

Si sono presentati con cartelli e striscioni davanti alla sede del consiglio regionale per chiedere chiarezza immediata sui legami tra la ‘ndrangheta e il Partito democratico in merito all’inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti speciali. Così i manifestanti delle associazioni Il Dirigibile Valdera e Firenze Identitaria questa mattina (28 aprile) hanno portato in via Cavour a Firenze i tanti nodi emersi dall’indagine e dalle intercettazioni della Direzione distrettuale antimafia nell’attesa di un riscontro da parte dell’ente. Tra i volti in protesta anche Antonella Meropini, ex consigliera comunale di Santa Croce sull’Arno.

“Siamo qui perché la nostra Regione non deve diventare un postribolo di mafie e comitati d’affari – ha dichiarato il responsabile di Firenze identitaria Saverio Di Giulio -. Dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia emerge che la ‘ndrangheta ha messo le mani su molte imprese toscane, creando un monopolio sullo smaltimento dei rifiuti tossici. Gli inquirenti hanno evidenziato un sistema di favori da parte di importanti esponenti del Pd nei confronti di imprenditori in odor di mafia, addirittura presentando e facendo votare un emendamento funzionale ad omettere i controlli sul depuratore Aquarno di Santa Croce sull’Arno, operazione effettuata su richiesta diretta di quello che la Procura ha definito un sodalizio criminale”.

“Nonostante la gravità delle accuse, il Pd non sta fornendo risposte soddisfacenti ai cittadini toscani, ci sembra anzi che si vogliano confondere le acque – ha proseguito Chiara Ambra Romano di Firenze Identitaria -. La magistratura ha iscritto nel registro degli indagati Ledo Gori, capo di gabinetto di Rossi prima e di Giani adesso, oltre al dirigente della direzione ambiente della Regione Toscana, Edo Bernini, il consigliere regionale del Pd, Andrea Pieroni e la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, per la quale si ipotizza addirittura il reato di associazione a delinquere. Al di là di come finirà la vicenda giudiziaria, esistono gravissime responsabilità politiche, relazioni malate che secondo gli inquirenti hanno causato lo smaltimento abusivo di 8mila tonnellate di rifiuti contaminati sotto il manto stradale della SR429, tra Empoli e Castelfiorentino”.

“L’inchiesta – conclude Antonella Meropini, ex consigliera comunale di Santa Croce sull’Arno e membro dell’associazione Il Dirigibile Valdera – ha portato alla luce una situazione inquietante, fatta di eco reati che mettono a rischio la salute di milioni di toscani. Vogliamo che la magistratura vada a fondo velocemente, punendo severamente i colpevoli in modo da permettere ai conciatori onesti di non restare economicamente danneggiati, più di quanto non lo siano già stati dai costi di depurazione sostenuti negli ultimi anni. La Regione deve fornire risposte precise anche al fine di tutelare gli operatori sani di un comparto molto importante per il nostro territorio”.