Tentato colpo alla Casa del Popolo nella prima notte di riapertura parziale




Sfondate le porte di entrambi i lati del circolo appena semi riaperto dopo la chiusura per Decreto
I guai, si sa, non vengono mai da soli. E’ quello che devono aver pensato anche i gestori della Casa del Popolo di Ponte a Egola di San Miniato, che questa mattina 16 gennaio, al secondo giorno di apertura con la modalità da asporto hanno trovato l’ingresso del circolo scardinato.
Ignoti, sulla cui identità sono adesso aperte le indagini dei carabinieri, hanno infatti provato ad entrare nel locale durante la notte tra 15 e 16 gennaio 2021. Un colpo insolito, o per meglio dire un tentato colpo, perché alla fine i ladri (o il ladro) non è entrato nel bar, pur avendo aperto le porte. “Nessuno è entrato nel locale, da quello che siamo riusciti a capire – racconta il presidente Mirko Letterelli –. L’allarme non è scattato, anche se le porte, sia quella che guarda a via Ferrari, sia quella principale affacciata su via della Gioventù, erano fortemente danneggiate”. L’ingresso, poi, aveva ceduto, ma dev’essere accaduto qualcosa che ha interrotto i lavori dei malviventi, qui nel cuore di un quartiere che la mattina, anche in tempi di Covid, si sveglia presto fra circolo, ufficio postale e scuole vicine. Nella conta dei danni, ancora in corso, anche un altro vetro incrinato sul retro. E anche la merce nei frigoriferi, spenti in quello che è sembrato essere un tentativo di spegnere l’allarme staccando l’elettricità.
“Il furto è inesistente, ma i danni ci sono – continua – e dispiace dover constatare con quanta difficoltà i circoli vanno avanti in una fase durissima per tutti. Per noi questo sabato è il secondo giorno di apertura parziale, con il solo asporto, dall’inizio dell’anno”. Il circolo, infatti, in osservanza ai decreti che fin da subito hanno posto una distinzione con i semplici bar, è stato chiuso di fatto per quasi tre mesi, riaprendo oggi per l’asporto, unica forma di attività concessa ai circoli privati, anche in zona gialla e coi bar aperti.
Una discriminazione che l’Arci, a tutti i livelli, sta contestando fortemente attraverso i comitati territoriali e i vertici nazionali, consapevoli anche di quanto la maggior parte dei circoli possa godere di spazi e metrature enormi tali da poter garantire al meglio distanziamenti e contingentamenti. “La volontà di andare avanti in sicurezza, nel rispetto delle regole e delle persone c’è, come anche la risposta dei soci ma è sempre più dura e cose come quella avvenuta questa notte ci scoraggia un po’. Ma ne usciremo”.