Morto a 66 anni dj Cioni, era risultato positivo al Covid



Lutto nel mondo del divertimento e dello spettacolo: è stato animatore di tantissime serate nelle piazze e nei locali
Lutto nel mondo dello spettacolo e del divertimento. È morto Riccardo Cioni, noto a tutti come dj Cioni. Ad annunciarlo, sul suo profilo Facebook, la compagna Agnese. La conferma, sempre sui social, dalla famiglia.

Livornese di nascita, è stato il punto di riferimento per tante serate di divertimento nelle piazze e nelle discoteche di tutta la provincia di Pisa. Aveva 66 anni ed era risultato positivo al Covid, come aveva annunciato lui stesso il giorno di Natale. Ma non è morto per il virus. Dall’ospedale di Livorno, dove era stato ricoverato, era infatti stato dimesso.
“Strappato dai propri affetti familiari, a causa di breve ed improvvisa malattia non collegata alla recente epidemia – scrivono i familiari – in data odierna alle 12, è venuto a mancare Riccardo Cioni. Ne danno notizia la moglie, il figlio, i cognati e i nipoti tutti”.

Cioni aveva scritto nel suo ultimo post, una volta dimesso, aveva scritto su Facebook: “Volevo esprimere i miei più sentiti ringraziamenti ai medici, infermieri e volontari del secondo padiglione dell’ospedale di Livorno per l’impegno, la professionalità, la dedizione e la cortesia dimostrata in questi giorni. Con la promessa che, quando l’emergenza Covid sarà alle spalle, organizzerò un evento per ringraziarvi personalmente. Buon Natale e l’augurio di felice anno nuovo”.
Cordoglio nel mondo delle discoteche, con Cioni, infatti, se ne va un’epoca. Anche negli ultimi anni, ha sempre fatto il pienone nei locali dove ha lavorato. Un re indiscusso della disco music negli anni ’80, ha fatto ballare migliaia di giovani. Tra i brani più ricordati In America, del 1982, con cui divenne famoso in tutto il mondo. In Italia fu il primo a fondare una scuola per dj, è stato produttore discografico, speaker nelle radio e artista. L’ultimo suosogno realizzare eventi dal vivo, una volta terminata la pandemia.
“Un grande amico. Umile e grande – questo il ricordo del comico Graziano Salvadori -. Quando ci vedevamo iniziavo la sua sigla a Radio 4. Avevamo anche avuto l’idea di portare la discoteca in teatro mescolando musica e cabaret, ripercorrendo gli anni della disco e i modo di fare ed essere in discoteca. Comunque sempre il primo a salutarti. Anche se era in consolle e stava lavorando il saluto te lo faceva sempre. Ciao Riccardo, if One ghen fanchi go to de America of One ghen fanchi nau… Anche questo era il nostro saluto”.
“L’ho ascoltato a Radio modulare centro Toscana, e noi, a quell’ora poco più che adolescenti, sognavamo che un giorno avremmo fatto magari radio. Per me è stata una spinta, per poi approdare nel 1982 a radio Babilonia dove molti di noi eravamo seguaci di quel fenomeno che era Riccardo Cioni – spiega Michele Piccinu, oggi a Radio Bruno -. Un mio ricordo particolare quando lui presentò il disco In America e l’ho trovato in una casa discografica a Milano. Allora le case discografiche di Milano e Roma i dischi non ce li inviavano, e io lo incontrai in una di quelle sale dove lui stava presentando appunto il suo disco”.