
Domani il funerale
Ogni tanto, ancora adesso, apriva le porte del cinema, faceva il suo giro, dava una pulita e lo teneva in ordine, come se la proiezione dovesse iniziare da un momento all’altro. Nonostante il cinema a Castelfranco di Sotto, Gastone Papini lo aveva chiuso già dal 2005, dopo aver festeggiato i 50 anni di attività prima di mettersi a riposo. “Non si voleva fermare – ricorda il nipote -, perché diceva che i suoi coetanei andavano in pensione e dopo poco morivano”. Da quel giorno, nel cinema non è cambiato niente: ha solo chiuso le porte e se n’è andato. Non era il lavoro, forse, ma la passione a tenerlo vivo: è morto ieri 2 novembre, nel giorno in cui si commemorano i defunti, a 96 anni.
Era lui la storia del cinema a Castelfranco, costruito e inaugurato insieme al padre nel ’53 e gestito mentre vedeva crescere la famiglia, con i figli prima e i nipoti poi che correvano tra le sale. Non aveva altri hobby Gastone, ma una passione smisurata per il cinema, che lo ha accompagnato per tutta la vita, tanto che più volte alla famiglia aveva ripetuto: “A me non chiede il pane, finché sono vivo resta lì”. Anche se ipotesi di riconversione ci sono, ma finora mai prese sul serio.
Non era solo un cinema, quell’edificio, per Gastone. Era il segno che ce l’aveva fatta, anche se in famiglia nessuno ha scelto di seguire le sue orme. Aveva iniziato con i cinema in affitto a Fucecchio (dove erano nati e vissuti sia lui che la moglie Rina, 94 anni) e Altopascio, dove arrivava in bicicletta. Quando ha potuto, ha costruito il suo cinema e ha scelto di farlo a Castelfranco, dove non c’era. In sala proiezione ha sempre avuto macchine per le pellicole e ce n’è ancora una a carbone.
Ha iniziato quando il cinema, specie nei paesi, era un momento di evasione, ma anche un modo per conoscere il mondo. Poi, diceva, sono arrivate le automobili, è aumentata la mobilità e la gente si è spostata verso i grandi centri. Ha visto la sala sempre più vuota, ma ha voluto attendere con pazienza quei 50 anni di attività, per chiudere lasciando un segno, raccontando con le storie dei film un pezzo di storia del suo paese.
Ora è esposto nella cappellina dei caduti in attesa del funerale, domani 4 novembre alle 10, con le rigide regole che il momento richiede. Oltre alla moglie Rina Nelli, lascia i figli Massimo e Fiorella e 3 nipoti: Duccio, Stefano e Federico.