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Santa Croce, scoppia il contenzioso fra Comune e Enegan per un presunto debito

4 ottobre 2020 | 08:41
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Santa Croce, scoppia il contenzioso fra Comune e Enegan per un presunto debito

La società dell’energia chiede 41mila euro ma per l’amministrazione quell’importo non è dovuto: “Resisteremo in giudizio”

Il fornitore cambia ma gli interessi restano. Nonostante gli accordi e il pagamento delle somme dovute, può capitare che a distanza di anni una banca torni a bussare per reclamare un presunto debito da saldare. Può succedere a tutti, ma succede ancor più di frequente alle pubbliche amministrazioni, specie nella ‘giungla’ del mercato libero dell’energia. È il caso del comune di Santa Croce sull’Arno, che lo scorso mese di luglio si è visto recapitare un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale di Firenze a favore di Banca Sistema, a cui la società Enegan (fornitrice di corrente elettrica al Comune da giugno a dicembre 2015) ha ceduto un presunto debito da 41mila euro. Soldi non dovuti, a detta degli uffici e dei consulenti interpellati dall’amministrazione, che pochi giorni fa ha deciso di resistere in giudizio per dimostrare di non avere più niente da pagare per i servizi che Enegan ha fornito 5 anni fa.

“In quel periodo c’era stata una sovrapposizione di fatture tra Enegan e il nuovo fornitore di energia – spiega l’assessore Elisa Bertelli – dopo che il Consorzio energia toscana (il Cet) aveva fatto la nuova gara per l’affidamento del servizio. In virtù di questa sovrapposizione avevamo smesso di pagare le fatture che Enegan continuava ad emettere”. Dopo una serie di contestazioni da parte della società, fu avviata una trattativa che alla fine del 2018 portò ad un accordo tra le parti, con il pagamento delle quote ritenute legittime, in virtù di un allineamento contabile tra le fatture emesse e le note di credito ricevute. Già dall’inizio del 2019, tuttavia, Banca Sistema (a cui nel frattempo Enegan aveva ceduto il proprio credito) tornò a bussare al comune di Santa Croce per reclamare il pagamento degli interessi. Immediata la contestazione da parte dell’amministrazione, a cui Banca Sistema ha risposto a distanza di un anno e mezzo con il decreto ingiuntivo arrivato lo scorso luglio.

“In pratica – riprende Bertelli – ci chiedono gli interessi relativi al periodo trascorso tra l’emissione delle fatture e il nostro pagamento, senza sapere che quello era il periodo della trattativa. Per questo abbiamo deciso di resistere in giudizio ritenendo che queste somme non siano dovute. Succede spesso, purtroppo, che il beneficiario della cessione di un credito non sia a conoscenza degli accordi intercorsi e proceda in automatico nel recupero delle somme”.

Un problema che coinvolge sempre più spesso anche gli enti pubblici, soprattutto nel campo della fornitura di energia, dove i contratti e il controllo dei consumi restano pur sempre in carico alle amministrazioni. È anche per questo, del resto, che alcuni Comuni scelgono la strada alternativa del project financing (come ha fatto ad esempio Castelfranco), affidando ad un partner privato, per un certo numero di anni, l’intera gestione del contratto, della fornitura e degli investimenti nel campo della pubblica illuminazione, in cambio ovviamente di una quota fissa annuale. “È una scelta da valutare bene – afferma Bertelli – perché ti lega ad un privato per diversi anni. Per adesso ci appoggiamo al consorzio Cet come soggetto terzo, necessario per ottenere prezzi più vantaggiosi, ma poi i contratti e il controllo dei consumi restano comunque in carico all’ente. Per il futuro, in vista di un progetto dell’efficientamento energetico, valuteremo la strada migliore da prendere”.