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Rapina, truffa e spaccio ma con il reddito di cittadinanza: segnalate 52 persone

27 luglio 2020 | 16:32
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Rapina, truffa e spaccio ma con il reddito di cittadinanza: segnalate 52 persone

Nella domanda per il sussidio avevano omesso di dichiarare le condanne penali

Quando hanno fatto la domanda per il Reddito di cittadinanza, hanno “dimenticato” di scrivere che avevano ricevuto condanne per reati gravi. Per questo ben 52 persone sono state segnalate per il recupero delle somme versate dall‘Inps.

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, nel corso delle attività di monitoraggio, prevenzione e contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale, hanno esaminato le posizioni economiche dei soggetti condannati o sottoposti a misure cautelari per delitti di elevato impatto sociale, fra i quali quelli relativi al crimine organizzato di stampo mafioso, al traffico di sostanze stupefacenti, rapina e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Gli accertamenti eseguiti dal gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata delle Fiamme Gialle fiorentine durante la fase di lockdown sono stati finalizzati a riscontrare i requisiti per ottenere il beneficio reddituale da parte dei soggetti a vario titolo condannati, identificando contestualmente anche le fonti di sostentamento economico.

L’elaborazione dei dati, effettuata anche attraverso gli applicativi in uso al Corpo, ha portato all’individuazione di numerosi soggetti che, omettendo di indicare nelle domande di richiesta del Reddito di cittadinanza la condanna per gravi delitti, per cui è inibito l’accesso alla misura di sostegno economico, hanno indebitamente percepito il beneficio assistenziale.

Sono stati segnalati 52 soggetti all’Inps, tra richiedenti il beneficio e loro familiari, che presentavano una connessione con il territorio, nei confronti dei quali saranno avviate le procedure di recupero delle somme percepite.
L’attività investigativa si inserisce in una più ampia strategia istituzionale messa in campo dalla Guardia di Finanza, finalizzata a contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e l’illecita percezione delle risorse pubbliche destinate alle persone e alle famiglie in difficoltà.