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Cronaca
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Percepiva il reddito di cittadinanza, ma prestava soldi a strozzo: arrestato

16 luglio 2020 | 11:57
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Percepiva il reddito di cittadinanza, ma prestava soldi a strozzo: arrestato

Gli interessi pagati anche con il bonus imprese

Disperazione e stanchezza sono i sentimenti che avrebbero spinto un imprenditore edile livornese di 45 anni a denunciare alla Guardia di finanza una situazione che era divenuta insostenibile. Dalla denuncia è scaturita l’operazione antiusura delle fiamme gialle di Pisa che oggi (16 luglio) ha portato all’arresto di un uomo residente a Lorenzana che prestava denaro applicando interessi fino al 65 per cento annuo.

Il prestito, contratto dal 45enne nel mese di giugno del 2017, ammontava a 12mila euro ed era servito per pagare fornitori e dipendenti. Fino alla operazione di oggi, l’imprenditore aveva restituito 18mila euro a titolo di soli interessi ed eseguito lavori edili per 5mila euro senza ottenere alcun pagamento.

Forse le difficoltà economiche aggravatesi con la crisi dovuta alla pandemia, forse i continui appelli delle autorità in casi come questi a rivolgersi alle forze di polizia, forse l’ultima intimazione a fare richiesta del bonus per pagare gli interessi, sono stati i motivi che hanno dato il coraggio alla vittima di presentarsi alla fiamme gialle pisane.

Dopo la denuncia, presentata nel mese di giugno scorso, sono iniziate le indagini, coordinate dalla procura della repubblica di Pisa, nel corso delle quali sono stati acquisiti numerosi riscontri alle dichiarazioni della vittima.

All’ennesima consegna di denaro, nell’abitazione dell’usuraio, questa volta c’erano anche i finanzieri che, dopo aver aspettato la consegna del contante, hanno fatto irruzione, procedendo all’arresto in flagranza di reato di un 60enne di origine campane, residente in provincia di Pisa, già conosciuto alle forze dell’ordine, apparentemente senza alcuna occupazione ufficiale, titolare di reddito di cittadinanza, ma con evidenti disponibilità di liquidità.

Sono state anche eseguite perquisizioninelle province di Pisa e Livorno alla ricerca di ulteriori fonti di prova e per l’identificazione di eventuali altre vittime. L’operazione si inserisce in una più ampia serie di iniziative di carattere operativo messe in campo dalla guardia di finanza per impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale, attraverso prestiti usurari o la rilevazione di imprese in condizione di difficoltà e vulnerabilità.