“Non ha mai avuto paura di seminare”, l’ultimo saluto a Ceccatelli nel giardino di Staffoli






Due vescovi e i vertici Unic a rendere omaggio all’uomo e all’imprenditore
In chiesa sarebbero entrate solo 55 persone. Troppo poche per rendere omaggio a Valter Ceccatelli, presidente e amministratore delegato di Incas morto nella notte tra 28 e 29 giugno, a soli 63 anni nella sua casa di Staffoli (qui).
In quella casa di Staffoli, in mezzo agli ulivi e ai cipressi del giardino, Valter Ceccatelli ha avuto l’enorme abbraccio di chi ha condiviso con lui un pezzo di vita e ha voluto accompagnarlo anche oggi. Quello di una “famiglia” fatti di amici, colleghi, conoscenti e dipendenti.
Tutti insieme nel giardino di Valter, trasformato per l’occasione in una grande chiesa a cielo aperto, centinaia di persone lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio. Un pellegrinaggio continuo, iniziato fin dal primo pomeriggio, per salutare l’uomo e l’imprenditore.
“Un uomo che nella sua vita non ha mai avuto paura di seminare” ha ricordato l’amico monsignor Carlo Ciattini, vescovo di Massa Marittima e Piombino, tornato oggi 30 giugno per celebrare la funzione religiosa insieme al vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca.
Oltre a ben due vescovi, alla cerimonia funebre hanno partecipato numerosi parroci della diocesi, tanti esponenti del mondo produttivo locale e non solo, insieme ai vertici di Unic rappresentati dalla direttrice Fulvia Bacchi, senza dimenticare ovviamente tutti i dipendenti della conceria Incas che Ceccatelli ha guidato per quasi 25 anni come presidente e amministratore delegato. Presenti anche i sindaci di Castelfranco e Santa Croce Gabriele Toti e Giulia Deidda e la vicesindaco di Santa Maria a Monte Manuela Del Grande.
“Quello che fin dal mio arrivo mi colpí subito di Valter fu il suo sguardo – ha ricordato il vescovo Migliavacca -. Uno sguardo che andava dritto al cuore, che scavava nel profondo di chi aveva di fronte, come se fosse lo sguardo dello spirito di Dio. Perché Valter era un uomo abitato da Dio”.
Alla fine della cerimonia è stato il figlio Iacopo, affiancato dal fratello Nicolò, a rivolgere l’ultimo e commovente saluto al padre. “Ognuna di queste persone porta di te il ricordo di un episodio o di un aneddoto, ma per noi è diverso. Per noi eri il nostro babbo. Sei colui che è sempre stato presente e che ha cercato di spronarci. I problemi si affrontano, ci dicevi sempre, perché te hai sempre fatto cosi: non ha avuto una vita facile ma di fronte a mille difficoltà hai saputo lottare e rialzarti da ogni caduta. Oggi vogliamo seguire ogni tuo insegnamento, ma non penserai mica di lasciarci: da oggi ci dovrei guidare ancora di più”.