Il coronavirus fa meno paura: reparti Covid sospesi a Empoli e Pontedera, dismissione avviata a Careggi



Dimesso l’ultimo paziente del Lotti, ne restano 40 a Firenze. Ed è tempo di ringraziamenti
E’ solo l’inizio della fine, quindi bisogna continuare a mantenere le distanze e seguire i protocolli anti contagio. Dopo tanta sofferenza e fatica, però, un po’ la voglia di festeggiare c’è.
A Empoli
Oggi 20 maggio, nell’annunciata riorganizzazione delle aziende sanitarie (San Giuseppe qui e Asl Centro qui) è stato chiuso l’ultimo dei tre reparti Covid aperti all’ospedale San Giuseppe di Empoli. E’ stato dimesso ieri, infatti, l’ultimo paziente ricoverato in area medica Covid. Restano ancora 3 pazienti in terapia intensiva Covid, che necessitano di assistenza dedicata.
Resterà attiva soltanto una zona di attesa per pazienti sospetti, in attesa di risposta degli esiti del tampone. Pertanto l’area medica sta tornando al normale assetto, con la graduale riapertura di setting assistenziali che erano stati destinati all’area Covid. Sono in corso le operazioni di sanificazione, manutenzione impiantistica e ripristino degli ambienti.
L’intero presidio ospedaliero è pronto a tornare al suo assetto originale di ospedale pre covid con la ripresa delle normali attività pur mantenendo percorsi dedicati ed un reparto “bolla” per eventuali nuovi affetti da infezione che non presentano però condizioni gravi di salute. Anche il pronto soccorso mantiene il suo assetto attuale con percorsi separati tra pazienti no covid ed eventuali sospetti o confermati per garantire un accesso in sicurezza. Anche in questa fase, sempre su criteri definiti in accordo con regione e ministero, il presidio ospedaliero sta monitorizzando costantemente la situazione, valutando gli accessi, così da poter riconvertire settori o aree dell’Ospedale nei setting più appropriati alle necessità che si presentano.
“Stiamo tornando gradualmente alla normalità – spiega Silvia Guarducci, direttore sanitario dell’ospedale – con le dimissioni dell’ultimo paziente Covid, ma siamo attenti all’evoluzione epidemiologica del virus. Resta ancora necessario mantenere zone di smistamento dei pazienti destinati al ricovero per garantire massimo livello di sicurezza. La gestione di questo momento richiede flessibilità organizzativa e analisi continua dei dati epidemiologici, con un occhio sempre attento sui possibili sviluppi dell’andamento dei casi. Per questo abbiamo un piano di riconversione su diversi settori che, qualora la situazione lo richiedesse, potrebbero essere utilizzati immediatamente, nell’ottica di un continuo sguardo alle necessità future”.
“Un ringraziamento – vuole farlo Luca Masotti, direttore medicina interna 2 e coordinatore area medica Covid – a tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri e oss, impegnati costantemente nell’area Covid, anche a nome del collega Roberto Tarquini (direttore medicina interna 1 ospedale San Giuseppe), che con grande dedizione e professionalità hanno permesso di superare questo periodo e con buoni risultati”.
A Pontedera
Ma oggi è stato anche dimesso l’ultimo paziente ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale Lotti di Pontedera e così si chiude in Valdera un periodo difficile iniziato il 12 marzo con i primi ingressi. Da quel giorno sono stati gestiti 67 pazienti (il più giovane ha 18 anni e il più anziano 97), 30 hanno superato gli 80 anni, le persone decedute sono state 9 e tutte soffrivano di altre patologie.
“Parlare di chiusura è improprio – sottolinea Roberto Andreini, responsabile dell’area medica della Asl Toscana nord ovest e primario della medicina del Lotti – sarebbe meglio parlare di sospensione perché il reparto in realtà non chiude ma rimane a disposizione, nel caso si verificasse una ripresa dei contagi conseguente alla riapertura di tutte le attività. Vorrei ringraziare tutto il personale che in questo periodo ha lavorato con professionalità e dedizione senza risparmiarsi, un grazie particolare a Benedetta Longo, la nostra infettivologia che ha coordinato il lavoro di tutto il team”.
“Anche al Lotti – aggiunge Luca Nardi, direttore dell’ospedale – abbiamo potuto vedere all’opera una squadra che è riuscita ad ottenere ottimi risultati. Soprattutto è stato possibile contare sulla consulenza degli altri specialisti che hanno portato un valore aggiunto in questa emergenza”.
Ecco, allora, la squadra di operatori del reparto Covid: i medici Benedetta Longo, Mauro Taccola, Elisabetta Rinaldi, Luigi Venturini, Gianni Lorenzini, Kristian Ujka, Rita Laura Borrello, Laura Papi, Elena Favilli, Stella Cini, Paolo Chiaradia, Norberto Dal Canto, Valeria Filograsso, Carmine Ribas, Chiara Taurino, Anna T. Roberts, Anna Tamberi, Silvia Calvaruso, Martina Luperini, Luigi Bianco, Sabina Armenia e gli infermieri Andrea Lenzini, Davide Traballoni, Simona Vallini, Luca Vanni, Marco Angri, Antonio Baldassarre Barbara Baldi, Lisa Barsacchi, Silvana Bertini, Giulia Bettini, Sabina Buti, Giuliano Calamassi, Maria Campana, Erika Catarsi, Fedrico Chiarugi, P.Michele Gallo, Vanessa Ghiribelli, Silvia Giunti, Nicola Grassa, Sara Gronchi, Martina Ilardi, Silvia Landucci, Francesca Maffei, Rita Marconcini, Simona Meini, Lucilla Menichini, Salvatore Miligi, Ester Minneci, Giovanna Notarianni, Antonella Novi, Monica Occhiuzzi, Benedetta Paccanaro, Michela Pampana, Alessandro Panichi, Valeria Pellagalli, Sea Petri, Loredana Piccolo, Giulia Pierini, Sandra Piras, Romina Rofi, Pierluigi Romboli, Andrea Sandroni, Rosaria Savoia, Maria Usai, Valeria Vable, gli oss Anna Barcellona, Paola Bellagotti, Alberto Berti, Sabina Bigazzi, Sabina Bozzoli, Sheila Ceccotti, Giovanna Criscuolo, Marco De Lucia, Miria Fattorini, Fabiana Feola, Cristina Gherardini, Serena Gonnelli, Ciro Iacone, Cristina Magnani, Elena Meucci, Ilaria Misciali, Leonora Pulidori, Irene Sabatini, Lidia Sanfratello, Immacolta Scarfogliero, Roberta Splendido, Patrizia Stefani, Francesco Taccola e il personale delle pulizie Patrizia Tortora, Lisa Vanni, Laura Bertini, Debora Zingoni, Giusy Battaglia.
A Careggi
Inizia la riorganizzazione anch all’Azienda Careggi a conclusione della prima fase dell’emergenza Covid. Rimane attiva una delle quattro strutture intensive e uno dei 4 reparti ordinari, oltre alle Malattie infettive, che erano già a pieno regime a partire da marzo, passando da una massima disponibilità complessiva di 44 posti letto intensivi agli attuali 16.
“Un importante risultato – per Rocco Damone direttore generale di Careggi – che grazie all’impegno di tutti gli operatori ha consentito di superare il momento più critico dell’epidemia con ampi margini di sicurezza garantendo costantemente la necessaria disponibilità di risorse assistenziali. Oggi resta uno straordinario patrimonio di esperienza umana e professionale oltre ad attrezzature e risorse tecnologiche impiegate in un modello organizzativo affinato progressivamente nel corso dell’epidemia, che rappresenta ad oggi la più importante garanzia per il futuro della salute dei cittadini. Garanzia che trova la sua concreta espressione nell’attivazione, all’interno di Careggi, di un padiglione dedicato e riservato al covid 19, a disposizione in caso di necessità”.
“In poche settimane – ricorda Lucia Turco direttore sanitario di Careggi – tutta l’organizzazione dell’ospedale è stata velocemente rivoluzionata, grazie agli operatori che hanno sempre dato il massimo, con uno sforzo congiunto e condiviso con tutti i Dipartimenti. Ma questo impegno rimane ancora oggi costante con l’allerta di tutto l’Ospedale sempre pronto a riattivarsi nel caso di ripresa del contagio. Attualmente sono ricoverati circa 40 pazienti Covid e da fine febbraio ad oggi sono stati 467 i pazienti Covid ricoverati a Careggi, età media 68 anni. Complessivamente sono stati dimessi in buone condizioni, compatibilmente con la gravità dell’infezione, 325 pazienti”.
Il picco massimo di ricoveri Covid è stato 163 casi a fine marzo e il primo aprile si è raggiunto il numero massimo di 40 pazienti Covid nelle terapie intensive. I reparti dedicati al Covid nel periodo di massima necessità, oltre alle malttie infettive sono stati 4 per un totale di 170 letti ordinari oltre ai 44 di terpia intensiva. “Tutti gli operatori – conclude Turco – hanno partecipato con grande disponibilità, cambiando quando necessario turni e sede di lavoro a seconda delle competenze e delle necessità emergenti”.
A partire da marzo sono in corso le assunzione di 45 medici, 153 infermieri, 124 operatori socio sanitari, 16 tecnici di radiologia, 14 tecnici di laboratorio, 14 fisioterapisti, un biologo e un farmacista. Per dare solo un’idea dei volumi di attività il Laboratorio di Careggi ha eseguito, oltre alle analisi ordinarie, 28.000 tamponi e 12.000 test sierologici, la Farmacia ha rifornito i reparti con oltre 1milione e 200mila dispositivi di protezione, fra questi oltre 633mila mascherine. Inoltre sono state acquistate in urgenza tecnologie sanitarie, kit diagnostici e dispositivi di protezione per oltre 2milioni e mezzo di euro che è il totale delle donazioni ricevute da istituzioni, imprenditori e cittadini, anche attraverso la Fondazione Careggi Onlus, che ringraziamo ancora una volta per questo importante e tempestivo aiuto.
“Per Careggi – conclude Damone – il Comitato Etico della Regione Toscana, ha approvato in urgenza 29 studi clinici, 23 osservazionali e 6 interventistici. Molti degli studi hanno coinvolto più unità dell’Ospedale tra quelle direttamente impegnate nell’assistenza ai pazienti affetti da Covid. Il Comitato ha inoltre valutato 32 richieste di uso compassionevole di farmaci per pazienti affetti da Coronavirus. Tutto questo ha permesso di utilizzare rapidamente tutti i farmaci innovati disponibili per la cura del Covid, ma mano che le conoscenze scientifiche, con il prezioso contributo dell’Università di Firenze, ampliavano le possibilità di cura”.