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Conte: “Più di 4 miliardi ai sindaci, poi buoni pasto e generi alimentari”

28 marzo 2020 | 19:49
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Conte: “Più di 4 miliardi ai sindaci, poi buoni pasto e generi alimentari”

Dal primo aprile, via alle domande per i bonus ai lavoratori

Non vogliamo lasciare nessuno solo a se stesso. Dobbiamo aiutare chi in questo momento è in maggiore difficoltà”. Così il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che più di 4 miliardi di euro arriveranno nelle casse dei sindaci italiani, da destinare al sostegno alle persone bisognose.

Perché, ha detto Conte, “Ci sono sofferenze psicologiche dovute al fatto che non tutti siamo abituati a stare a casa, ma ci sono anche sofferenze materiali”.

E poi che “Abbiamo lavorato intensamente per varare subito un provvedimento di grande impatto coinvolgendo i Comuni. Il Governo ha disposto il trasferimento di 4 miliardi e 3oo milioni di euro ai Comuni anticipando il Fondo di solidarietà comunale. A questi si aggiungono altri 400 milioni che saranno destinati, in particolare, ad aiutare quei cittadini che non hanno soldi per fare la spesa”, riservati a buoni pasto e acquisto e distribuzione di generi alimentari.

I sindaci sono le prime sentinelle ed è a loro che ci rivolgiamo” suona come una pacca sulla spalla che anticipa un: “Già dalla prossima settimana, confidiamo che i sindaci siano in grado di iniziare”. I sindaci, però, lo apprendono più o meno in queste ore, quindi è inutile iniziare a chiamarli per chiedere come fare. Anche perché, probabilmente, parte dei bisognosi sarà già nota ai servizi sociali.

“Non vogliamo tassare la solidarietà” ha poi aggiunto, prima di fare un appello alla grande distribuzione: “Pensate di aumentare lo sconto a chi usa questi buoni spesa, magari del 5 o 10 per cento”.

Dal primo aprile, poi, ha annunciato, sarà anche possibile per i lavoratori presentare la domanda per ottenere i bonus e che l’esecutivo sta facendo di tutto anche per erogare entro il 15 aprile la cassa integrazione per tutti coloro che in questi giorni non possono lavorare.
Anche perché, “non ci sono ancora dati che possano far pensare a una ripresa delle attività bloccate”. Pare ormai certo, però, che scuole e università non riapriranno il 3 aprile.