Pompa otturata a Cuoiodepur, acqua saponosa nel rio Malucco

Arpat ha sollecitato che venga ripristinata la quota adeguata del letto del corso d’acqua
Un’otturazione di una pompa, ma soprattutto possibile presenza di allacci abusivi all’origine degli eventi schiumogeni che hanno coinvolto, due settimane fa, il rio Malucco, tristemente noto per i numerosi episodi di maleodoranze .
Il canale è stato controllato dagli operatori dell’Arpat lo scorso 11 marzo. Risalendo il corso del rio, è stato accertato che l’acqua saponosa e maleodorante proveniva dalla stazione di sollevamento delle acque di prima pioggia delle fognature bianche della zona industriale di Romaiano di Ponte a Egola di San Miniato, in via dei Burroni. A seguito dell’intervento di personale tecnico del Consorzio Cuoiodepur, che ha in gestione l’impianto, è emerso che il sistema di pompaggio non era funzionante a causa dell’otturazione della tubazione di mandata causata da alcuni materiali.
I campionamenti effettuati dagli addetti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale sono ancora al vaglio dei laboratori di analisi, anche se nel frattempo il Consorzio è stato attenzionato a mettere in atto adeguati interventi al fine di evitare il ripetersi di eventi analoghi e in particolare al fine di evitare l’otturazione delle pompe e delle tubazioni. I materiali plastici e i frammenti di legno che ostruivano le pompe sono stati rimossi e hanno consentito, nell’immediatezza, il ripristino della funzionalità dell’impianto. Durante il rilievo è stato poi accertato che il letto del rio Malucco, all’altezza del sollevamento, risulta più alto del solito, con risalita delle acque del rio nella fognatura e di conseguente rischio che il sistema di sollevamento, in caso di attivazione, immetta acqua superficiale nella fognatura industriale.
Perciò è stato richiesto al Comune di San Miniato di attivare gli enti competenti affinché venga ripristinata la quota adeguata del letto del rio. Fra i punti oscuri dell’intera vicenda il fatto che nella fognatura bianca della zona dovrebbero recapitare esclusivamente le acque meteoriche dilavanti della zona industriale, comprese le acque dei piazzali delle concerie dichiarate pulite. In pratica l’impianto di sollevamento non stava facendo il suo compito, ma la presenza di sostanze anomale nelle acque, ancora da identificare, è stata confermata. Alla luce di quanto accertato è stato chiesto al comune, proprietario della fognatura bianca, di verificare la presenza di eventuali allacciamenti abusivi esistenti sul collettore.