
C’è l’idea di creare un tavolo permanente: tra i punti caldi gli attacchi dei lupi
“Siamo aperti al confronto – dice Taddeini. – Il comune sa dove trovarci”. Dopo il burrascoso periodo pre elettorale, sembra iniziata sotto i buoni auspici la trattativa fra comune e cacciatori, che da qualche mese hanno cominciato ad incontrarsi per fare forma ad una collaborazione più stabile, sulla cui natura però c’è ancora qualche distinguo.
Da alcuni mesi si tengono infatti incontri fra FederCaccia e Associazione Regionale Cacciatori Toscani e rappresentanze dell’amministrazione al fine di creare un luogo stabile di confronto che abbracci tutti i temi cari alle doppiette, fra cui non solo il contenimento degli ungulati e, ultimamente, del problema dei lupi, ma anche di tutte le questioni irrisolte in tema di controllo del territorio.
“Un dibattito ancora in corso – spiega il segretario locale della Federcaccia Piero Taddeini – arenatosi al momento intorno allo statuto da dare a questo luogo di discussione”. Mentre da parte del comune ci sarebbe infatti l’intenzione di istituire un “tavolo rurale”, i cacciatori sanminiatesi vorrebbero giungere alla creazione di una vera e propria Consulta dei Cacciatori, Tartufai ed Agricoltori con un proprio regolamento.
“Vogliamo di più – continua Taddeini. – Non un semplice tavolo affidato alla benevolenza dell’amministratore di turno, ma un’istituzione con un ruolo ben preciso e normato, adeguato al ruolo strategico che i cacciatori possono avere nel nel rilancio del territorio”. Di qui una serie di punti da cui dipanare il dibattito, che in questi mesi è andato avanti attraverso incontri ai quali hanno preso parte le rappresentanze del mondo venatorio, l’associazioni fra cui quela dei tartufai e la Coldiretti e ovviamente il comune.
Filo conduttore delle proposte dei cacciatori è quello del denunciato abbandono del territorio. “Il versante sud del comune è in forte degrado – si legge nella nota congiunta delle associazioni venatorie – La presenza di vegetazione spontanea nei terreni ed il mancato monitoraggio sullo stato dei fondi chiusi favorisce la proliferazione di parassiti e animali nocivi di ogni genere, mettendo a rischio la salute pubblica, senza dimenticare il rischio incendi”. Tema caro alle doppiette, inoltre, quello degli ungulati e del lupo, per il quale si chiede al comune di farsi portatore d’istanze a favore del contenimento in Regione Toscana.
“L’abbandono dei terreni provoca il proliferare di specie dannose all’agricoltura, agli animali domestici, alle greggi, e alla selvaggina stanziale, che oltretutto si avvicinano sempre di più ai centri abitati” scrivono, precisando come al centro del problema vi sia, più che il lupo in sé, l’annosa questione del randagismo e la presenza di esemplari “ibridi” nei territori.
Si torna poi a parlare della cella frigo, realizzata tre anni fa, per la selvaggina. “Queste carni devono essere lavorate da aziende specializzate – scrivono i cacciatori. – Malgrado l’indizione di un bando pubblico da parte dell’Atc di Pisa, con nostro stupore i Macelli srl non hanno partecipato, col risultato che adesso dobbiamo conferire le carni a Lajatico, da dove poi partono per l’Emilia Romagna”. Altri punti affrontati quello di una maggiore sinergia con la Polizia Locale, una revisione dell’operatività del Consorzio 4 Basso Valdarno per una bonifica dei fiumi più rispettosa della vegetazione e della biodiversità, ma anche una maggiore partecipazione del comune nella manutenzione delle cassette di pronto soccorso ed una regolamentazione ad hoc per la circolazione dei mezzi fuori strada.