dalla nostra inviata a Londra Cristiana Ceccarelli
Prima del riconoscimento ufficiale da parte dei genitori, era stata una lettera di licenziamento del datore di lavoro trovata nelle tasche di Eric a permettere ai poliziotti inglesi di avanzare le prime ipotesi sull’identità del giovane ritrovato privo di vita in un cassonetto a Islington, come raccontano varie fonti confidenziali nell’ambiente di Londra degli amici e colleghi di Eric Sanfilippo, il 23enne di Marti di Montopoli in Valdarno morto a Londra in circostanze ancora da chiarire.
Una vicenda, questa, che dopo aver sconvolto le comunità di Marti e di Montopoli Valdarno tutta, ora rischia di travolgere emotivamente anche gli italiani a Londra. Questa mattina (16 maggio) la madre e il padre di Eric, accompagnati dai funzionari della Farnesia, hanno riconosciuto e identificato il corpo del ragazzo chiarendo agli investigatori londinesi che quel giovane era proprio Eric.
Un elemento, questo, che non aiuta però fino in fondo la polizia a chiudere le indagini che per ora rimangono infatti aperte, lasciando la morte di Sanfilippo avvolta nel mistero delle ultime ore (Leggi qui). Di certo c’è che dopo il ritrovamento del cadavere, la polizia inglese aveva fermato un 52enne con l’ipotesi di reato di omicidio. L’uomo, però, è stato rimesso in libertà su cauzione.
Intanto, dagli amici e colleghi londinesi emergono nuovi elementi: Sanfilippo, fino a pochi giorni prima di sparire, lavorava da circa un anno in un ristorante di Camden Town, a 20 minuti dalla sua abitazione. Nelle tasche del giovane di Marti, raccontano gli amici e colleghi di Londra, gli inquirenti non avevano rinvenuto documenti ma solo questa lettera di licenziamento, che era l’unica traccia per provare a identificarlo e li ha portati al ristorante dove Eric faceva il cameriere e con cui il datore di lavoro chiudeva il rapporto datoriale. Un elemento che ha indotto gli investigatori a sentire più volte il proprietario del locale e i colleghi solo al fine di capire meglio chi fosse questo ragazzo, anche perché la loro attenzione criminologica si era indirizzata sul 52enne fermato dopo il rinvenimento del cadavere. “L’ultima volta – raccontano gli amici e colleghi a Camden Town – avevamo visto Eric tre giorni prima che venisse ritrovato privo di vita. Avevamo staccato dal lavoro e poi eravamo andati a fare una birra. Lì ci eravamo salutati. Poi, nella giornata dell’11, quando è stato ritrovato il corpo di Eric, abbiamo visto arrivare i poliziotti che ci hanno fatto varie domande. Era da tre giorni, da dopo quell’ultima birra, che non riuscivamo a metterci in contatto con lui neppure chiamando al cellulare”.
Dal racconto di colleghi e amici emergono i contorni della vita di Eric a Londra. “Era un ragazzo – raccontano -, molto disponibile. In alcune circostanze aveva anche ospitato alcuni di noi a casa sua quando siamo arrivati a Londra, prima che ci sistemassimo. Spesso uscivamo insieme o facevamo una birra dopo il lavoro. Da quando lo consociamo non abbiamo mai pensato che potesse condurre una doppia esistenza o che comunque avesse qui a Londra degli elementi poco chiari nella sua vita”. Per quanto riguarda poi possibili collegamenti con l’uomo di 52 anni fermato dalla polizia in correlazione con il corpo di Eric, gli amici precisano: “Non abbiamo elementi per pensare che si conoscessero o avessero rapporti di alcun tipo”.
Un ragazzo tranquillo nella sua vita londinese, che però alle volte sembrava velato da un po’ di malinconia e allora voleva rimanere da solo. “Alle volte aveva dei momenti in cui sembrava avvertire l’esigenza di rimanere in solitudine e magari una sera decideva di non unirsi al gruppo per la solita birra o per uscire. Comunque noi – precisano alcuni colleghi – anche negli ultimi giorni, quando aveva ricevuto la lettera di licenziamento, gli eravamo stati vicini tanto che stavamo anche cercando di aiutarlo a trovare un altro lavoro da cameriere”.
Dopo il rinvenimento del corpo, amici e colleghi si erano recati all’obitorio per vederlo un’ultima volta, ma la loro conferma sull’identità per la polizia inglese non era quella definitiva: serviva quella dei genitori che questa mattina purtroppo si sono trovati davanti al corpo senza vita del proprio figlio 23enne. L’intera vicenda per gli inquirenti continua quindi ad essere un giallo e al momento, nonostante il fermato, non è stata accantonata nessuna ipotesi.