Villa all’asta, minacce e società fittizie per ostacolare la vendita

23 aprile 2018 | 08:46
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Villa all’asta, minacce e società fittizie per ostacolare la vendita

Turbativa d’asta commessa più volte nel corso del tempo e finalizzata a ostacolare la vendita all’asta di un vasto complesso immobiliare, con annessa piscina, adibito ad agriturismo che si trova a Fucecchio. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Firenze, l’imprenditore di Fucecchio partecipava alle aste di propri bene tramite società fittizie e con l’aiuto di un avvocato napoletano. Minacciava, inoltre, i potenziali acquirenti in visita alla struttura, nella quale ancora viveva. Coinvolto anche un altro avvocato, fiorentino. Per i due, oggi 23 aprile, è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai militari della sezione di Pg aliquota Guardia di Finanza, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Napoli e della Compagnia di Nola e Ottaviano.

Oltre all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Firenze a carico dell’imprenditore di Fucecchio e dell’avvocato napoletano, è in arrivo la notifica della convocazione per essere interrogato ai fini dell’applicazione della misura interdittiva dalle funzioni pubbliche esercitate a carico di un altro avvocato, questo fiorentino. I suddetti sono indagati, insieme ad altri soggetti, per il delitto di turbata libertà degli incanti.
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Paolo Barlucchi e svolte dai finanzieri della Sezione di Pg della Procura della Repubblica di Firenze, hanno permesso di ricostruire gravi fatti di turbativa d’asta commessi nel corso del tempo e finalizzati ad ostacolare la vendita all’asta di un vasto complesso immobiliare, con annessa piscina, adibito ad agriturismo che si trova a Fucecchio.
Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nel corso delle varie aste che si sono succedute nel tempo, ben 9 dal 2015 ad oggi il debitore che vive ancora nell’immobile, con artifizi e intimidazioni ha avuto la possibilità di ostacolare il normale svolgimento della gara grazie alla connivenza degli indagati. In particolare, nonostante le norme prevedano che il debitore esecutato non possa partecipare all’asta del proprio bene, l’imprenditore avrebbe “aggirato” la disposizione avvalendosi della collaborazione dell’avvocato napoletano che ha fatto partecipare alle varie aste acquirenti “fittizi” al solo scopo di evitare che il bene venisse aggiudicato a terzi.
Inoltre è stato acclarato che più volte l’imprenditore, durante le visite di rito da parte di potenziali acquirenti avrebbe minacciato apertamente gli stessi, tanto da indurli a non partecipare all’asta. In tale contesto è accusato di aver rivestito un ruolo cardine l’avvocato fiorentino che, nella sua veste di professionista delegato alla vendita dal Giudice dell’esecuzione, avrebbe concorso, con comportamento supino alla volontà del debitore, alla realizzazione di plurimi illeciti.