“Non rifiuti ma pelle per guanti”, accolto il ricorso

4 gennaio 2018 | 16:24
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“Non rifiuti ma pelle per guanti”, accolto il ricorso

Il tribunale del Riesame di Firenze ha accolto il ricorso contro il sequestro di rifiuti che era stato eseguito lo scorso 26 ottobre a Fucecchio da parte delle forze dell’ordine e di Arpat.

Quei pancali stoccati non erano di rifiuti, ma di sottoprodotti della lavorazione della pelle e sarebbero stati utilizzati per confezionare guanti. Questo è quanto ha sostenuto e dimostrato l’avvocato Gabrio Bagnoli di Fucecchio nell’impugnazione avanzata davanti al tribunale del Riesame per conto della ditta finita indebitamente nell’indagine. Al tempo dei fatti, tre persone erano state denunciate per aver violato le disposizioni di legge in materia di stoccaggio e smaltimento di rifiuti, ma venendo meno il corpo del reato ovvero i rifiuti, che per il tribunale del Riesame erano sottoprodotti, ovviamente vengono meno anche il traffico e lo smaltimento illecito. L’avvocato Bagnoli ha infatti dimostato l’infondatezza del sequestro e delle indagini e delle denunce facendo leva proprio su questo concetto: non erano rifiuti ma sottoprodotti del ciclo di lavorazione della pelle, che erano stati acquistati. Nell’ex segheria, i carabinieri e Arpat trovarono 800 tonnellate di pellame (Rifiuti conciari stoccati in un’ex segheria, in 3 nei guai). In sede giudiziaria, i legali dell’azienda hanno specificato che le 800 tonnellate di materiale erano destinate in altra sede alla produzione di guanti di sicurezza in ambiente lavorativo, “senza ulteriori trattamenti diversi dalla normale pratica industriale”. La quasi totalità del cuoio era già stato venduto con contratti di trasporto già stipulati e lettere di credito aperte. Secondo quanto affermato inoltre, parte di quei pellami era stato già sottoposto a un controllo il 26 settembre 2017, un mese prima del sequestro, da parte dei finanzieri di Empoli durante un controllo stradale.