Ladri a S.Croce: rubano i gioielli ma dimenticano l’iPhone
Evidentemente non si aspettavano che i proprietari dell’appartamento tornassero a casa a quell’ora. Da qui la fuga, precipitosa, dimenticando un cellulare e scendendo le scale proprio mentre la padrona di casa saliva su in ascensore. Una furto a metà insomma, ma che non ha impedito ai ladri di fare razzia di gioielli e contanti, lasciando alla coppia derubata tutta la disperazione e l’angoscia di chi si sente violato nei propri spazi più intimi e negli oggetti più cari. Prosegue senza sosta l’emergenza furti nelle abitazioni di Santa Croce, con i ladri a caccia di soldi e oggetti preziosi nel bel mezzo delle festività natalizie.
Una Natale terribile, impossibile da dimenticare, per una coppia che vive al terzo piano di una palazzina in via della Repubblica, visitata dai ladri nella serata del 25 dicembre. “C’è voluto qualche giorno – spiega la donna, ancora sconvolta – prima che trovassi la forza e le parole per raccontare quello che abbiamo subìto”. I due erano partiti al mattino per raggiungere i parenti della donna che vivono nell’Aretino, rientrando a Santa Croce solo in serata, dopo le 23. “Iniziava a piovere – ricorda la proprietaria – e il mio compagno mi ha fatto scendere davanti casa mentre lui proseguiva per cercare parcheggio. Sono salita su in ascensore e ho infilato le chiavi nella serratura della porta blindata. E la porta si è aperta, immediatamente, nonostante al mattino avessi dato due mandate”. Nessun segno di scasso sulla serratura, che i ladri avevano aperto in tutta comodità, probabilmente usando una cosiddetta “chiave bulgara”. All’interno dell’appartamento le luci erano tutte accese: “Istintivamente, come uno stupida – prosegue la donna – mi ha venuto naturale chiedere ‘Chi c’è?’ e sono entrata, come se nulla fosse. Sono andata subito in camera o ho trovato la stanza sotto sopra”. Tornando verso il soggiorno, invece, l’attenzione della donna è stata subito catturata da un iPhone appoggiato sopra il tavolo, con la torcia ancora accesa: “In certe situazioni la mente cattura subito alcuni dettagli – dice la donna – ma solo dopo riesci a rifletterci e a rielaborarli. Mi sono avvicinata al cellulare e ho premuto il tasto per accendere lo schermo. L’immagine che mi è comparsa davanti agli occhi mi ha spaventata a morte: era la foto di un cane con la bocca aperta, di quelli usati per i combattimenti”.
I ladri, probabilmente, lo hanno dimenticato in casa durante la fuga, come se fossero stati sorpresi dal ritorno dei proprietari. Ipotesi confermata anche da una finestra trovata aperta, forse per valutare la possibilità di fuggire da una grondaia. Alla fine, invece, è verosimile che i ladri siano fuggiti semplicemente scendendo le scale, proprio mentre la donna saliva al terzo piano in ascensore. All’appello, alla fine mancavano tutti i gioielli e gli oggetti preziosi della donna, insieme ad alcuni contanti lasciati in un portafoglio e al mazzo delle chiavi di casa. “Hanno preso tutto – riprende– a cominciare dall’oro che tenevo in una scatola e che mi ero dimenticata di rimettere in cassaforte. Mi hanno rubato anche tutta l’alta bigiotteria. Oggetti che, specie per una donna, rappresentano ricordi e pezzi della propria vita. Alla fine non è tanto per il danno economico: è la violenza che ti senti addosso, ti senti come violata”.
Pochi giorni fa la coppia ha formalizzato la denuncia dai carabinieri, consegnando ai militare anche il telefono cellulare rimasto nell’appartamento. “Abbiamo trovato dai carabinieri una disponibilità e un conforto che non mi aspettavo – conclude la donna – e che ci ha fatto davvero piacere. Adesso, però, vorremmo che i nostri amministratori si impegnassero per dare più cura e più controlli alle nostre strade. Vorremo solo vivere sereni, almeno tra le mura di casa”.
Giacomo Pelfer