L’aggressione choc che si è consumata ieri (16 dicembre) sul treno che da San Rossore viaggiava in direzione Pisa ai danni del capotreno e di tre agenti della Polfer viene stigmatizzata dalle segreterie regionali delle sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast e Ugl. “Nelle ultime due settimane cinque aggressioni al personale ferroviario in Toscana, con quello di ieri mattina, in cui sono rimasti coinvolti anche tre agenti della polizia ferroviaria, sono quattro i capotreno aggrediti in questo breve lasso di tempo, a questi si somma un addetto di protezione aziendale”.
“Non ci sono più parole – proseguono i sindacati – se non quelle di vicinanza e solidarietà alle vittime innocenti di questi episodi di violenza ingiustificata. Le misure individuate per combattere il fenomeno delle aggressioni a bordo dei treni non sono sufficienti, dobbiamo prenderne atto. I treni rischiano di diventare campi di battaglia e sempre meno sicuri anche per chi ci viaggia. È l’ora di dire basta, non ci sono ricette magiche, né soluzioni facili, sappiamo che bisogna da trovare risorse, individuare e attuare azioni straordinarie per un fenomeno straordinario che, per la frequenza, sta diventando ordinario. No, non accettiamo l’idea che i treni diventino zone franche. I lavoratori devono lavorare sicuri. I viaggiatori devono viaggiare sicuri. Questo fenomeno – scrivono con decisione – va debellato. Queste organizzazioni sindacali continueranno a chiedere a imprese ferroviarie, politica, istituzioni e forze dell’ordine di moltiplicare gli sforzi per risolvere in maniera definitiva questo fenomeno e rendere di nuovo i treni ambienti sicuri per chi lavora e chi viaggia. Non accetteremo che questo fenomeno venga derubricato fra le cose che succedono e per evitare questo metteremo in campo tutte le azioni necessarie nei prossimi giorni. Il periodo di franchige previsto dalla legge 146/90 – concludono – non permette la proclamazione di sciopero come abbiamo fatto altre volte, ma questo non ferma la nostra determinazione a cercare e sollecitare soluzioni non più rimandabili”.