È di nuovo in libertà il 43enne italiano, di etnia rom, fermato domenica scorsa (1 ottobre), a San Miniato, come possibile componente del commando che ha messo in atto l’agguato di sabato a San Donato, con tanto di colpi di pistola sparati da una donna.
Il giudice per le indagini preliminari, infatti, ha ritenuto di non convalidare lo stato di fermo a carico dell’uomo, ritenendo implicitamente con non sussistano pericoli di reiterazione del reato, di fuga o di inquinamento probatorio. Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri, il 43enne corrisponderebbe alla descrizione fornita dai testimoni, che avevano parlano di un uomo grande e grosso, con la schiena tatuata, che scendendo da un’auto e brandendo un bastone avrebbe dato inizio all’assalto contro la Lancia Y guidata da un albanese. Da questa mattina, 4 ottobre, l’uomo è di nuovo in libertà, in attesa ovviamente di nuovi sviluppi dalle indagini. Gli inquirenti sono al lavoro per individuare gli altri componenti della banda, a cominciare dalla donna che avrebbe impugnato la pistola sparando due colpi ad altezza d’uomo. Gli ultimi elementi sembrano comunque confermare la pista della motivazione a sfondo passiona le, per difendere l’onore di una donna, forse proprio la stessa che ha esploso i due colpi di pistola contro l’albanese. (g.p.- g.m.)