Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco

20 settembre 2017 | 08:07
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Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco
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Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco
Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco
Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco
Minore e prostituta, sigilli al Marilyn di Castelfranco

A farli finire nei guai è stato il fatto che tra le ragazze che gestivano, c’era anche una 17enne della provincia di Pisa che da un po’ di tempo era stata introdotta in un giro di prostituzione parallelo alla vita notturna che si svolgeva nei locali.

I carabinieri, coordianti prima dal maresciallo Tommaso Sorbelli di Casciana Terme Lari, poi dal comandante della compagnia di Pontedera il maggiore Michele Cataneo coadiuvato dai colleghi del reperto operativo di Pisa, dopo la segnalazione della madre della 17enne hanno avviato un’attività di indagine, andata avanti dallo scorso novembre fino a questa mattina 20 settembre, quando sono state notificate la misure alle quattro persone ritenute responsabili del meccanismo che si articolava sullo sfruttamento della prostituzione. A finire nei guai, a vario titolo, per il momento sono quattro persone: il gestore del Club Marilyn di Castelfranco di Sotto Paolo Martini di 48 anni che ora è agli arresti domiciliari, suo fratello Stefano Martini di 55 anni sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, il titolare del Club Privé 230 di Casciana Terme Lari Massimo Mannucci, 66enne – per lui il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere – e Sara Calò 23enne di Santa Maria a Monte, collaboratrice del Mannucci che invece dovrà rispettare l’obbigo di dimora disposto dal gip della procura di Firenze. Poi ci sono anche sei persone indagate a vario titolo che avrebbero rivestito ruoli minori nel meccanismo criminale. L’intera vicenda infatti, vedendo il coinvolgimento di una minorenne, è di competenza della procura fiorentina e del tribunale dei minori di Firenze. 
Nel meccanismo, i due locali notturni funzionavano da vetrina: qui i clienti potevano conoscere la ragazze – compresa la minorenne – e poi una volta che le avevano viste si accordavano con i gestori per poterle poi incontrare privatamente in altra sede, in appartamenti privati o nelle loro abitazioni. L’operazione Principessa, chiamata così per il nome in codice utilizzato per indicare la ragazza minorenne, è partita dalla segnalazione della mamma della giovane che aveva visto dei cambiamenti nel comportamento della figlia, con un tenore di vita altissimo. Da qui sono partite le indagini condotte in prima battuta dai carabinieri di Casciana Terme Lari e poi dai militari della compagnia di Pontedera.
I militari hanno appurato che intorno a questo meccanismo di sfruttamento della prostituzione c’era un giro di soldi stimato in circa 150mila euro al mese e che ogni ragazza che percepiva la metà del costo di una prestazione si metteva in tasca circa 6 o 7mila euro. La giovane minorenne, una delle ragazze più richieste, lavorava ufficilmente come intrattenitrice per i clienti in entrambi i locali e questo ha fatto scattare le indagini sia sul Marylin che sul 230 Club Privé. Per reclutare le ragazze, 10 in tutto tra italiane e straniere per lo più di origine rumena, era fondamentale il ruolo della Calò che attraverso annunci sui social e su internet le contattava e poi le introduceva nell’ambiente. I clienti arrivavano da tutto il comprensorio – fino a Montopoli e San Miniato – ma tra loro ci sarebbero anche empolesi, fiorentini, pisani, livornesi e persino lucchesi, per lo più facoltosi imprenditori e professionisti che sono stati ascoltati dai carabinieri come persone informate sui fatti: per il momento verso i clienti non sono state emesse misure o provvedimenti anche perché probabilmente la ragazza non diceva loro di essere minorenne.
(continua a leggere dopo il video)
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Le indagini
Sono state poi le investigazioni ad ampio spettro svolte dai carabinieri attraverso i pedinamenti, le videoriprese, le intercettazioni telefoniche autorizzate dall’autorità giudiziaria e la verifica delle bacheche dei più comuni social network, a svelare i contorni della fiorente attività criminale messa in piedi dai titolari dei due locali notturni. In particolare il Mannucci è stato riconosciuto dagli inquirenti come una personalità di spicco del sistema di sfruttamento della prostituzione.
I personaggi
Massimo Mannucci, che in passatto aveva già lavorato nel settore dell’intrattenimento per adulti, fino ad ora era sempre riuscito a non incappare in reati di questo tipo, Paolo Martini invece alcuni anni fa era stato vittima di un piccolo fatto di cronaca, ovvero quando nel centro di Castelfranco di Sotto gli devastarono l’automobile a mazzate durante la notte.

(continua a leggere dopo il video)
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Grazie alle investigazioni è stato possibile fare piena luce sulle modalità di reclutamento delle giovani ragazze sui social e sui vari ruoli delle persone coinvolte oltre ai quattro sottoposti a misure cautelari infatti ci sono anche altre sei persone indagate.

Gabriele Mori