
Nell’impatto, la motocicletta è rimasta incastrata sotto al furgone. Che l’ha trascinata sull’asfalto, producendo le scintille che hanno innescato l’incendio. E’ questa l’ipotesi, ancora solo un’ipotesi, sulla quale stanno lavorando gli inquirenti in attesa della perizia della Procura. E in attesa di lunedì, quando l’autopsia dovrà chiarire quando e come è morto il 25enne di Santa Croce Lorenzo Macchi (qui Fiamme dopo l’incidente muore 25enne di Santa Croce).
La scena che si è presentata ai primi soccorritori arrivati sul posto è di quelle che non si dimenticano. Il fuoco stava mangiando pian piano i veicoli e divorando la giovane vita di Lorenzo. Sono subito corsi verso di lui, per spegnere quelle di fiamme e poi, solo dopo, hanno pensato ai veicoli.
Dal furgone, la giovane donna era scesa di corsa, portandosi dietro i due figli minori. Uno shock, per lei madre, deve essere stato vedere quel figlio lì immobile. Lorenzo non si è mosso: sarà l’autopsia, in programma per lunedì, a chiarirne le ragioni ma l’ipotesi è che fosse già morto.
Ipotesi, il giorno dopo l’incidente, ad appena 24 ore di un sabato d’estate, non possono esserci che ipotesi. A partire dalla causa di quel rogo che è stato l’inizio dell’inferno. L’asfalto bollente, la marmitta o la carena della moto di Lorenzo che ci striscia sopra, trascinato dal furgone fuori controllo. E poi la benzina che esce dal serbatoio e prende fuoco è l’ipotesi più accreditata, sulla quale però dovrà dire la sua la perizia dei periti nominati dal magistrato. Un fuoco vasto, che ha coinvolto anche un campo lì vicino.
La morte di Lorenzo, poi, l’altro nodo da sciogliere, forse già lunedì: di certo c’è che non si è mosso.
Con sé il 25enne aveva i documenti, che hanno permesso un rapido contatto con la famiglia e poi il riconoscimento. La famiglia è molto conosciuta e stimata sul territorio.