Rinviate a giudizio le maestre accusate di maltrattamenti

30 giugno 2017 | 11:27
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Rinviate a giudizio le maestre accusate di maltrattamenti

Sono state rinviate a giudizio e dovranno affrontare il processo che si aprirà il prossimo 30 novembre a Pisa davanti al tribunale monocratico. Le due maestre Filomena Ferrara e Alessandra Caponi della scuola primaria Carducci di Santa Croce sull’Arno erano finite al centro di un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di San Miniato, in cui si ipotizzavano comportamenti non idonei e in qualche modo lesivi nei confronti dei loro piccoli alunni.

Per loro, al termine dell’udienza preliminare, il giudice ha deciso che si istruirà il processo e i reati contestati sono quelli dell’articolo 572 del codice penale ovvero maltrattamenti e per la Ferrara si ipotizza anche il reato di lesioni. Ipotesi che ora il pubblico ministero dovrà dimostrare e sostenere in aula attraverso il materiale probatorio finito nel fascicolo del giudice, tra cui anche molte intercettazioni ambientali fatte dai carabinieri durante le lezioni in classe.
Le due erano finite al centro di varie segnalazioni da parte dei genitori nella primavera del 2016, culminate nel maggio dello stesso anno con un provvedimento cautelare di sospensione emesso dal gip prima della fine dell’anno scolastico 2015-16. Una delle due, peraltro, era stata oggetto di un altra inchiesta interna alla scuola nel 2010 vicenda che poi si era risolta, quando lavorava nella scuola primaria dei Ponte a Egola. Dopo i fatti di maggio, dopo un mese di sospensione che allontanò entrambe dalla scuola fino alla fine dell’anno scolastico, una delle due aveva ricominciato ad insegnare l’anno successivo, quello arrivato al termine proprio in queste settimane in una classe diversa, mentre l’altra oggi è in pensione. Entrambe, anche se con ruoli differenti, sono accusate di aver maltrattato i piccoli allievi. Accusa che adesso passerà al vaglio dei giudici in sede di dibattimento anche a partire dalle immagini, ritenute ammissibili in aula e ottenute durante le intercettazioni autorizzate dal gip, nella fase delle indagini dove erano state riprese riprese dalle telecamere dei carabinieri carabinieri mentre si trovavano in classe. Proprio queste intercettazioni saranno un perno dell’impianto accusatorio del pubblico ministero e degli avvocati della famiglie dei bambini infatti. Molti genitori si sono costituiti parte civile nel processo attraverso i propri legali, chiedendo, in molti casi, di citare in giudizio per responsabilità civile anche il Ministero dell’Istruzione. L’appuntamento di fronte ai giudici è al prossimo novembre anche se è facile intuire che potrebbero ssere prese delle misure da parte del giudice per tutelare i nomi e le persone dei bambini che sarebbero stati maltrattati dalle due insegnati. Si annuncia comunque un processo lungo dove l’analisi degli elementi di prova raccolti e ora a disposizione delle parti sarà fondamentale a cominciare proprio da quella settimane di intercettazioni ambientali.

Nilo di Modica

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