


“Erano arrivate le cialde per la macchinetta del caffè: erano ancora in tre cartoni. E, poi, c’erano in un sacchetto tre bottiglie di spumante: sabato c’era lo scontro con il Pontedera e noi tifosi le avevamo lasciate per noi”. Quando sabato mattina sono andati ad aprire il bar dell’impianto sportivo Leporaia, però, di quelle bottiglie ne era rimasta una. Il caffè non c’era più e mancavano bibite gassate, merendine e altre cose dagli espositori del bar. Nello spazio utilizzato dalla Cigolese, inoltre, sono stati rubati palloni, un compressore per gonfiarli e una stufa acquistata da poco. Forse il furto più ingente lo ha subito la ditta che opera per realizzare le nuove tribune (qui Tuttocuoio, nuova tribuna al Leporaia. La squadra cerca aiuto): nel cantiere c’è una struttura chiusa con un lucchetto che è stato tagliato con le tronchesi e sono stati portati via diversi strumenti di lavoro.
“Non c’è molto da rubare – raccontano al campo -. Quel che dà più noia è il danno e la sensazione che ti resta addosso di non sapere cosa fare. All’inizio abbiamo anche pensato di non sporgere neppure denuncia, considerata l’entità del furto, ma ci siamo subito detti che, invece, era la cosa giusta da fare, non tanto per il valore della merce quanto perché comunque un danno c’è stato”. Per entrare, infatti, i ladri – l’ipotesi è che fossero più di uno data la quantità del materiale rubato – hanno forzato il cancello e poi, una a una, danneggiato tutte le strutture, comprese le finestre del bar grande, che sono state rotte e dovranno essere riparate. Cose non di grande valore, quelle rubate, ma che di certo avranno richiesto più viaggi. “Di sicuro hanno agito indisturbati e poi hanno usato un carrello, uno di quelli che si usano per i trasporti all’interno della struttura”. I ladri sono entrati di sicuro nella notte tra venerdì e sabato, come risulta anche dalla denuncia presentata ai carabinieri. Probabilmente, quello al Leporaia non è l’unico furto operato in quella notte. “Abbiamo trovato due telefoni cordless, una macchinetta per caffè e altre cose che non sono nostre. Forse le hanno lasciate qui dopo averle rubate da qualche altra parte”.
Elisa Venturi