
Sono cominciate questa mattina (16 febbraio), formalmente, le prove scientifiche per accertare la dinamica dell’incidente in cui, la sera del 15 dicembre dello scorso anno, perse la vita Raghi Cioni lungo via Maremmana, tra La Serra e Ponte a Egola. Una pagina indispensabile, questa, per il percorso delle indagini, ma allo stesso tempo estremamente dolorosa per tutti, in particolare per la famiglia del giovane.
Il primo passaggio che è stato espletato questa mattina è stato l’inventario dei reperti raccolti durante le indagini. Il materiale rinvenuto sul lungo dell’incidente dagli uomini della compagnia dei carabinieri di San Miniato: gli abiti che indossava lo sfortunato giovane inviati dall’istituto di medicina legale di Pisa fino a Roma, i reperti prelevati dai Ris durante il sopralluogo sul furgone e sulla bicicletta e il materiale rinvenuto al momento del sequestro del furgone.
Le prove che verranno fatte su questi reperti sono “irripetibili”, in quanto potrebbero comportare la distruzione, per la natura stessa degli accertamenti dei materiali o di parte di essi: si tratta quindi di verifiche da fare alla presenza della parti ovvero dei rappresnetai della famiglia e degli indagati nel rispetto di quanto previsto dai meccanismi di garanzia della legge.
L’inventario dei reperti ammessi agli esami scientifici infatti è stato formalmente costituito alla presenza dei periti di parte e dei legali della famiglia Cioni come degli indagati. Compito dei tecnici del Ris sarà mettere in relazione i reperti tra loro per stabilire se la ricostruzione della dinamica dell’incidente coincide con quella avanzata dagli inquirenti oppure no, in questo caso smentendo l’ipotesi investigativa che ha portato il magistrato a notificare, oltre un mese fa, due avvisi di garanzia alle persone che avevano nella loro disponibilità il furgone nei giorni dell’incidente. Gli accertamenti scientifici saranno quindi un passaggio fondamentale per costruire un modello matematico e dell’incidente che sia il più possibile vicino alla realtà dei fatti e che possa arrivare direttamente in aula come prova nel caso di un processo per omicidio stradale dopo l’eventuale rinvio a giudizio degli indagti. Particolare inedito di cui per la prima volta si parla è il materiale rinvenuto sul luogo in cui si trovava il furgone al momento del sequestro da parte dei carabinieri.
Tra il materiale probatorio che è stato raccolto nell’attento lavoro degli uomini dell’Arma della compagnia di San Miniato, ci sarebbero anche altri elementi tra cui, dei video tratti da telecamere che non riprendevano il luogo dell’incidente ma altre porzioni di via Maremmana.
I tempi indicativamente fissati dal magistrato per espletare gli accertamenti tecnici sono di 90 giorni, al termine dei quali dovrebbe essere formulata dai Ris una relazione che verrà inviata al magistrato e alle parti e che avrà valore probatorio.
Gabriele Mori
Giacomo Pelfer