Tesoro Maniero: Di Cicco chiederà domiciliari, Brotini non risponde

Dopo gli arresti, come prevede l’iter giudiziario Riccardo di Cicco e Michele Brotini, i due fucecchiesi finiti nell’inchiesta della procura antimafia di Venezia sul tesoretto del boss della mala del Brenta Felice Maniero, sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari nell’interrogatorio di garanzia e già qui sembra che i loro atteggiamenti nei confronti della giustizia abbiano preso due strade completamente diverse nella strategia difensiva dei rispettivi avvocati.
Da un lato Di Cicco che dopo essere stato tradotto al carcere di Belluno, si è reso collaborativo con il giudice rispondendo alle domande secondo quanto riferito dal suo avvocato. Il dentista di Fucecchio infatti avrebbe dato spiegazioni al giudice sui vari acquisti e sul movimento di denaro. Ora il suo avvocato ha annunciato che chiederà che il suo cliente venga interrogato dai sostituti procuratori che hanno coordinato l’indagine e soprattutto che chiederà il regime degli arresti domiciliari. Completamente diverso l’atteggiamento del broker assicurativo Brotini che si trova in regime di detenzione cautelare al carcere di Treviso . Davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa che il suo legale studi la mole di dati raccolti dalla procura antimafia di Venezia. L’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari infatti è composta di ben 120 pagine e secondo il legale di Brotini si presenterebbe come complessa e articolata. Per loro gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di riciclaggio.