Tutti lo ricordano con il nome di Faccia d’Angelo. Felice Maniero il boss della mala del Brenta, che tra il 1980 e il ’94 aveva creato un sistema di stampo mafioso, alla fine aveva investito in Toscana comprando case a Santa Croce sull’Arno, una villa a Fucecchio e una a Marina di Pietransanta. Tra i molti beni anche un cavallo oltre ad auto di lusso e conti correnti, il tutto intestato a due faccendieri fucecchiesi Riccardo di Cicco di 60 anni, suo cognato e l’assicuratore Michele Brotini di 50 anni.
Tutto questo patrimonio dopo essere finito nel mirino della guardia di finanza è stato sequestrato in via preventiva su richiesta della procura antimafia di Venezia. Ad avere acquistato questi beni con i soldi del boss, circa 17 milioni di euro accumulati con le attività criminose, sarebbero stati secondo le ipotesi investigative della fiamme gialle proprio Brotini e Di Cicco, ora il pm dovrà dimostrare questa teoria anche in aula durante l’eventuale processo. Per i due il gip ha firmato le ordinanze di custodia cautelare in carcere ipotizzando il reato di riciclaggio di proventi illeciti. A fare rivelazioni sui due toscani e sui loro beni, sarebbe stato lo stesso Maniero, temendo che si volessero impossessare del cospicuo patrimonio. Non solo, Brotini avrebbe anche trasferito in Svizzera un’ingente quantità di denaro sotto forma di polizze assicurative. Faccendieri e prestanome quindi le cui attività illecite sono state smascherate anche grazie a un’attenta indagine che ha fatto luce su movimenti di denaro e su rapporti finanziari illeciti.
A seguito dell’inchiesta della procura antimafia di Venezia è indagato a piede libero anche lo stesso Maniero che oggi vive sotto altro nome, occupandosi di depurazione di reflui.