Ultimo 4 novembre per il Corpo forestale dello Stato

4 ottobre 2016 | 11:50
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Ultimo 4 novembre per il Corpo forestale dello Stato

Oggi, nelle piazze di tutta Italia, schierati in divisa insieme agli altri, c’erano anche loro. Anche se quella di oggi, per gli uomini e le donne del Corpo forestale dello Stato, potrebbe essere stata l’ultima occasione di partecipare con la propria divisa indosso alla Festa delle forze armate. A ottobre, il Corpo ha festeggiato 194 anni: un compleanno triste, arrivato dopo la pubblicazione in Bollettino Ufficiale della riforma che, da gennaio, prevede la cancellazione del corpo. Le fonti ufficiali garantiscono che non cambierà niente, se non che gli uomini del corpo forestale dello Stato indosseranno la divisa dei carabinieri e blu a bande rosse saranno auto e mezzi a disposizione. Ufficiosamente, però, molti Forestali si stanno organizzando per ricorrere al Tar, convinti che la “militarizzazione coatta”, come la definiscono i sindacalisti, sia illegittima per un cittadino o una cittadina.

Il decreto legislativo (atto del governo avente forza di legge) per l’assorbimento del Corpo è già pubblicato in Bollettino e di fatto, da gennaio, farà sparire le divise grigio verde che siamo abituati a vedere in giro, specie in zone dove la natura è tanta, ci sono le riserve e si pratica attività nei boschi, come la caccia, la cerca del tartufo o la raccolta dei funghi. Certo, l’idea che “le guardie ambientali” possano scomparire, a molti piacerà: più bracconaggio, più rifiuti abbandonati, meno regole e vincoli. O forse no: tutto resterà come è ora. 

Le idee, al momento, non sono molto chiare, anche perché alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale non è seguito ancora un regolamento attuativo.
Quindi, mentre le fonti ufficiali ribadiscono che non cambia niente e che quindi non c’è niente da dire, i sindacati (che i carabinieri, per esempio, non hanno) sono preoccupati prima di tutto per la militarizzazione: la Forestale rivendica la sua autonomia. “Ci sono una quantità di competenze specifiche in materia ambientale che rischiamo di perdere – spiega il segretario generale dell’Unione Generale Lavoratori Corpo Forestale dello Stato Danilo Scipio – Siamo pochi, neppure 8mila e dopo questo assorbimento nessuno avrà più la nostra formazione specifica, quella che abbiamo avuto noi. Intanto, da oltre un anno, non lavoriamo più in modo sereno perché non riusciamo a capire cosa accadrà da gennaio”. La riforma, in realtà, prevede di rafforzare i reparti speciali con competenze ambientali dei carabinieri, nei quali quindi, questi professionisti potrebbero confluire. “Questo reparto di tutela ambiente, a quanto c’è scritto, deve lavorare in parte a titolo esclusivo e in parte in via prioritaria su questi temi. Pur se impegnati su temi specifici, i componenti di questi reparti restano carabinieri, che si occupano di ordine pubblico. Noi, invece, siamo sentinelle della natura, andiamo per boschi, abbiamo un altro metodo di lavoro, che non deriva solo dalla nostra formazione a scuola ma anche dall’esperienza maturata: i forestali insegnano agli altri forestali lavorando insieme, sul campo. Non sui libri o negli addestramenti. Tra l’altro, cambiare mezzi e divise non è proprio un gran risparmio, se questo doveva essere l’obiettivo, era più facile far confluire in un corpo unico polizia e carabinieri. In pratica il Corpo va ad esaurimento: alcuni andranno in pensione, altri passeranno ai ministeri e solo una parte, a quanto sappiamo, quindi, confluirà nei carabinieri, portando avanti per quel può le conoscenze acquisite in quasi 200 anni di storia di Corpo”. A preoccupare i Forestali ci sono anche altre cose: “Alcuni dei nostri diritti li perderemo: penso a quelli sindacali, politici, legati alla famiglia. Nessuno, poi, ha la certezza di mantenere l’alloggio in caserma, per esempio, o l’alloggio di servizio. Intanto ricorreremo in tutti i Tar d’Italia sperando di avere le prime sospensive entro l’anno”.

Polizia provinciale
In questo clima di riforme, a cercare nuova collocazione è anche la polizia provinciale. “Una riforma vera e fatta per il bene della collettività – spiega ancora il sindacalista – avrebbe potuto prevedere, per esempio, di assorbire la polizia provinciale nella Forestale: in certe zone le competenze, penso al contrasto all’abbandono dei rifiuti ma anche a molte altre, sono comuni e condivise. Polizia provinciale e Corpo forestale sono gli unici, per esempio, ad avere competenze ed essere presenti su parchi e riserve”. 

Parchi e riserve
Non cambierà niente, secondo le fonti ufficiali, neppure nei parchi e nelle riserve. Secondo Scipio, però, questo non può essere previsto finché non ci sarà un regolamento operativo dettagliato. “Parchi e riserve sono aree vaste a bassissima antropizzazione dove, in genere, noi siamo l’unico corpo presente: se noi sparissimo, sarebbero le prime a essere depredate. Questo significa che, probabilmente, continueremo a mantenere lì i presidi, anche se non è detto ma anche che la nostra funzione prevalente sarà quella della sicurezza, non necessariamente ambientale. Avremo meno tempo per svolgere funzioni che ora svolgiamo in esclusiva, in pratica e questo potrebbe rendere vita più facile a chi intende delinguere, ai bracconieri, a chi abbandona rifiuti o cerca funghi e tartufi fuori dalle regole”. Ipotesi, al momento, che potrebbero rivelarsi solo timori, ma sulle quali, forse, vale la pena fare una serena riflessione. 

Elisa Venturi