Imprenditori del Comprensorio condannati, cocaina per pagare debiti

Condanne pesanti nonostante il rito abbreviato per 7 degli 11 imprenditori residenti nella zona del Cuoio o comunque in Valdarno finiti nell’operazione “Mexcal” conclusasi con arresti illustri nel luglio del 2015.
Un gruppo di imprenditori residenti per lo più tra Fucecchio, Santa Croce sull’Arno e San Miniato e Cerreto Guidi avevano messo in piedi un vero e proprio import di droga dalla Colombia per fare fronte alle perdite economiche della proprie attività nel settore del’abbigliamento e dei trasporti. Questa mattina i sette degli undici imputati che hanno scelto il rito abbreviato, usufruendo quindi della riduzione di un terzo della pensa, sono stati condannati in primo grado di giudizio dal tribunale di Firenze. Il giudice al termine del processo ha condannato Michele Belcari di 57 anni residente a Cerreto Guidi a 14 anni di reclusione, avendogli riconosciuto un ruolo fondamentale nell’organizzazione del meccanismo criminale. Sette anni e quattro mesi invece sono stati inflitti dal giudice a Enzo Pascoletti 55 anni di Fucecchio, mentre due esponenti delle organizzazioni criminali del Brenta coinvolti in questa inchiesta, Giafranco e Ferdinando Scremin due fratelli di 50 anni hanno preso sette e otto anni. I due avrebbero organizzato il meccanismo criminale dopo essere stati contattati dal Belcari, per fare entrare la droga proveniente dalla Colombia in Toscana secondo quanto appurato dagli inquirenti. Quando le fiamme gialle sono entrate in azione a lugliodel 2015 in realtà il meccanismo criminale era appena entrato in funzione ed era quindi stato stroncato sul nascere grazie a un attenta attività investigativa in cui gli uomini della guardia di Finanza di Pisa coordinati dal Comandate provinciale Iuzzolino si erano avvalsi delle intercettazioni ambientali e telefoniche. Il tribunale ha condannato anche Mirko Vasoli 46 anni di Aulla a sette anni e Donato Mecca di 46 anni, imprenditore altopascese a otto anni. Condanna a sei anni per Carlo Scotto di 73 anni, l’uomo di fiducia dell’organizzazione criminale all’interno del porto di Livorno, dove lavorava e che doveva aiutare il sodalizio a far entrare la droga.
L’iter giudiziario ha preso invece un’altra strada per gli altri membri del sodalizio criminale, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, tra cui compaiono Silvano Mossenta 65 anni di San Miniato, Leonardo Cresti di Santa Croce sull’Arno, Marco Bigeschi di 53 anni di Fucecchio i due colombiani Jorge Cardena Bermudez e Zamola Lozano. (g.m.)