
Le condizioni dell’uomo di 42 anni caduto mentre con altri genitori tinteggiava i bagni alla scuola Pascoli di Santa Croce sull’Arno sono ancora gravi: resta ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Cisanello anche se i medici sono moderatamente ottimisti sul fatto che possa sopravvivere al grave incidente che gli ha causato lesioni alla testa, anche se resta da capire se potrà sperare in un recupero totale dopo il brutto trauma.
Intanto, sul fronte giudiziario, è spuntato l’avviso di garanzia per la reggente dell’istituto Daniela Di Vita: un atto dovuto nei confronti della persona che ha la disponibilità giuridica della struttura e per tanto è comunque responsabile per estensione della sicurezza di chi si muove in quello spazio. Una posizione, quella della preside, destinata ad alleviarsi con il miglioramento della condizioni di salute dell’uomo e anche se le indagini in corso ricostruiranno nel dettaglio l’incidente. Ai volontari, infatti, preside e responsabile della sicurezza avevano raccomandato di non salire su nessun tipo di scalea, tavolo o qualsiasi altra cosa che sollevi da terra i piedi. Il punto, infatti, sta proprio qui: pare che l’uomo, di sua spontanea volontà, sia salito su un carrello utilizzato per altri scopi e dotato le ruote.
“Dalla procura della Repubblica – conferma Di Vita – mi hanno notificato di essere indagata, spiegandomi che si tratta di un atto dovuto e chiedendomi di restate a disposizione per l’acquisizione di atti e testimonianze”. In pratica a Di Vita sarebbe stato notificato un avviso di accertamenti, un atto che puo essere preliminare all’avviso di garanza vero e proprio. L’altra figura che potrebbe essere sentita dagli inquirenti, a patto che non lo abbiano già fatto, quanto meno come persona informata sui fatti, è il responsabile della sicurezza della scuola, l’ingegner Rodà, che in questo caso ha la funzione di garante.
Un incidente particolarmente sfortunato e singolare, dove le responsabilità dei soggetti chiamati eventualmente a risponderne sarebbero comunque da ritenere colpose e non dolose, a meno che non emergano nuovi elementi; ben più grave sarebbe stata la situazione, infatti, se questo fosse accaduto a un lavoratore della scuola. Altro soggetto che potrebbe venire chiamato in causa anche in questo caso come atto dovuto, potrebbe essere Legambiente, l’associazione promotrice a livello nazionale del progetto di volontariato ‘Non ti scordar di me’ a cui aderiva il genitore. Pochi giorni prima, i genitori avevano chiesto di poter dipingere un’aula e non gli era stato accordato il permesso in quanto i locali, soggetti ad un problema di umidità, dovranno attendere un primo intervento da parte del comune. Da qui l’iniziativa dei genitori che si era proposti per mettere mano ai bagni.
Un caso assai singolare quello di un incidente durante un’attività di volontariato, ma che comunque non è impossibile, tanto da essere stato oggetto anche di un’apposita legislazione in materia. Nella letteratura giuridica dedicata alla sicurezza sul lavoro e quindi alla ex 626, un caso in tutto e per tutto simile a questo è quello raccontato dall’ingegner Pasquale Sgrò, titolare l’omonimo studio, nel suo libro L’Ispettore Felicino. Proprio nel racconto Infortunio in Parrocchia l’autore uno dei massimi esperti in Toscana in fatto di sicurezza sul lavoro, racconta di un volontario che si ferisce durante i preparativi di una stanza per una festa. Pochi giorni dopo l’incidente, al prete arriva l’avviso di garanzia da parte del magistrato, proprio perché responsabile della sicurezza in quei luoghi in quanto è colui che ne dispone giuridicamente. Questo per dire che anche il lavoro di volontariato, come spiega Sgrò nel suo libro, deve rispondere alle norme della ex 626 come ribadito dalla legge 26 del 1981. Anzi, anche nel caso del volontariato, proprio come spiega l’ingegnere, si configura un rapporto tra committente e appaltate: in questo caso, quindi, se il giudice lo riterrà, la scuola sarebbe in qualche modo il soggetto committente e Legambiente, in quanto promotrice del progetto ‘Non ti scordar di me’, il soggetto per estensione appaltante. Una situazione che solo le ulteriori indagini della magistratura riusciranno a dirimere, sempre nella speranza che il volontario ferito possa presto tornare a casa e riprendere la sua vita e che l’episodio non abbia conseguenze giudiziarie per nessuno. Per il momento, comunque, il progetto per la ritinteggiatura della scuola è sospeso.
Gabriele Mori
Giacomo Pelfer