‘Fermati da guardie in Sudan’, racconto di don Andrea

8 aprile 2016 | 17:48
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‘Fermati da guardie in Sudan’, racconto di don Andrea

“Eravamo in 4, insieme. Poi ci siamo divisi per provare a cambiare qualche euro e loro sono rimasti al mercato, per girare qualche immagine. Quando siamo tornati, li abbiamo visto su un pick up, presi dai militari”. La racconta così, con un po’ d’apprensione ma sereno e a tratti divertito ora che tutto si è concluso per il meglio don Andrea Cristiani, il fermo della giornalista Nuria Biuzzi dell’emittente Rt38 e del cameraman Cristian Gonnelli, volontari dello Shalom. Un paio d’ore di paura, ma più che altro di incertezza, raccontate ormai come un ricordo dal fondatore del Movimento Shalom a Il Cuoio in Diretta.

“Li abbiamo visti sul pick up, spaventati, che ci chiedevano di aiutarli – spiega don Andrea -. Per fortuna c’era un sacerdote locale con noi, perché lì non si esce mai da soli e ci ha detto di non fare niente, per non peggiorare le cose. Si è subito messo al telefono e il vescovo ha chiamato per garantire sulla versione che i ragazzi stavano fornendo ma che, forse, per i militari era poco credibile. In passato, le immagini di quel poverissimo Paese sono state diffuse per screditarlo e loro temevano proprio questo. E loro sono due ragazzi d’oro, giovani e vogliosi di fare immagini. Ma il vescovo ha chiarito tutto e in un paio d’ore eravamo di nuovo insieme”.
L’organizzazione umanitaria non governativa con base a San Miniato opera in diverse parti dell’Africa e il Paese da sempre in guerra, ora sta sperimentando la pace. “Non senza qualche errore, ci ha spiegato un generale, venuto a scusarsi subito dopo l’incidente – racconta don Andrea -. Alla fine, prima che ripartissimo, ci hanno fatto anche una festa, alla quale hanno partecipato 3 ministri. Non si sa quante volte si sono scusati”.
Don Andrea, ma capitano tutte a voi?
“Sono Paesi così: insicuri, terribili da tanti punti di vista, ma è lì che c’è bisogno di noi. E, grazie a Dio, ci va sempre a finire bene, tanto che siamo qui a parlarne”. E a continuare a raccontare storie, che dovrebbero farci amare di più ciò che abbiamo. “In Sud Sudan non ci sono nemmeno strade e persino il cibo è un lusso. Lì c’è tanto da fare”.
I Fatti
I due volontari sono stati fermati nel mercato e privati della telecamera, dopo un interrogatorio nella centrale operativa della sicurezza nazionale grazie all’intervento del vescovo locale sono stati rilasciati. I fatti accadevano giovedì scorso a Yambo nel governatorato dell’Equatoria occidentale, nella zona meridionale del Sudan, ma sono stati divulgati solo oggi, al rientro in Italia.