Casa, il dramma di 20 famiglie dopo il fallimento di Primavera 90

Hanno pagato le quote per una casa che in realtà non gli appartiene. Ci vivono dentro ma non ne sono i proprietari, la abitano ma non sono neppure in affitto. Il tutto con la paura, costante, di vedersi un giorno notificare uno sfratto per un’abitazione che hanno regolarmente acquistato, e che adesso rischiano di dover pagare due volte per diventarne i proprietari. È il dramma incredibile di 20 famiglie di Ponte a Egola, quelle che avevano acquistato gli appartamenti della nuova zona Peep.
In tutto 9 palazzine, nell’area di via Contrada Nuova, rimaste invischiate nelle ormai note vicende della cooperativa Primavera 90, che ha trascinato nello stesso identico dramma altrettante famiglie di Fornacette e Montelupo. Un problema purtroppo non isolato in Toscana, come denunciato dal movimento Cinque Stelle in Regione, attraverso una conferenza stampa che ha portato anche il caso di Ponte a Egola tra gli esempi di un fenomeno, quello delle cooperative edilizie, che secondo gli esponenti del movimento ha lasciato un’eredità pesantissima nel panorama regionale.
Nel caso di Ponte a Egola la storia risale ad alcuni anni fa, quando gli acquirenti versarono l’intero prezzo di acquisto, compresi soldi per il rogito dal notaio. Rogito, tuttavia, che nonostante i solleciti non è mai stato sottoscritto. La successiva richiesta di fallimento, avanzata dalla cooperativa nel 2009, ha definitivamente bloccato la situazione, lasciando nello sconcerto le famiglie che avevano acquistato gli immobili.
“Il comune di San Miniato sottoscrisse all’epoca due convenzioni – ricorda la consigliera Cinque Stelle Chiara Benvenuti -: una prima nel 2002, alla quale ne seguì una seconda nel 2008 nella quale il prezzo veniva rivisto: da 1431 a 1510 euro al metro quadro. I proprietari presentarono una denuncia contro questo aumento, e da quel momento la cooperativa non ha più depositato il rogito. Queste persone, quindi, abitano attualmente una casa che hanno pagato ma che è ancora di proprietà di una cooperativa in fallimento”.
Il rischio è quello della messa all’asta da parte del tribunale fallimentare, con conseguenti sfratti per le famiglie, costrette in quel caso a pagare due volte per diventare proprietari di un immobile che hanno già pagato.
Una situazione assurda che mette in difficoltà anche l’amministrazione comunale: non essendo ufficialmente proprietari degli immobili, infatti, queste famiglie non possono essere soggette ad imposta, mentre il comune dal canto suo deve farsi carico della manutenzione e dei servizi.
Lo scorso anno, del resto, i Cinque Stelle avevano presentato un’interrogazione: “Il sindaco ci disse che lo stesso comune era creditore nei confronti della Primavera 90 – ricorda Benvenuti – ma a nostro avviso anche l’amministrazione ha delle responsabilità. Perché se è vero, da un lato, che si tratta di una questione tra privati, dall’altro è anche vero che è stato il comune a scegliere questa cooperativa e a vendergli il terreno. Quindi l’amministrazione avrebbe dovuto controllare”.
La paura, secondo Benvenuti, è quella di arrivare prima o dopo alla situazione che si sta verificando nel comune di Scandicci, dove in alcuni casi si è arrivati allo sfratto. Per questo il movimento chiede alla regione Toscana di intervenire per trovare una soluzione. “Perché a livello locale possiamo fare poco – dice Benvenuti – serve un intervento dall’alto”.
Alla fine del 2013 la vicenda della cooperative Primavera 90 aveva portato anche all’apertura di un processo, presso il tirbunale di Firenze, nei confronti dei vecchi responsabili della cooperativa: l’accusa formulata, in riferimento alle aree Peep di Fornacette e Ponte a Egola, era quella di truffa aggravata, dovuto appunta al mancato perfezionamento del rogito notarile, oltre al presunto mancato versamento dell’Iva. (g.p.)