Furti in conceria, Assoconciatori mette 22 telecamere

8 gennaio 2016 | 14:27
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Furti in conceria, Assoconciatori mette 22 telecamere

L’installazione è prevista per la fine del 2016, quando 22 telecamere di ultimissima generazione terranno sotto controllo tutti gli accessi alle zone industriali di Santa Croce, Castelfranco e Fucecchio. Da allora, ogni veicolo che transiterà in mezzo alle aziende sarà immortalato e registrato in una banca dati capace di segnalare veicoli rubati e movimenti sospetti.

E’ questo il sistema di sicurezza che gli imprenditori dell’Associazione conciatori hanno deciso di mettere in campo contro i ripetuti furti in azienda, soprattutto a caccia di pellami. Un fenomeno in forte aumento nell’ultimo anno, con l’ultimissimo caso registrato ieri mattina in una conceria di Santa Croce.
Da qui la corsa ai ripari da parte degli imprenditori, che già da un anno hanno costituito un apposito gruppo di lavoro in collaborazione con le forze dell’ordine. “Abbiamo individuato una ditta specializzata – annuncia il direttore dell’Associazione conciatori Piero Maccanti – che realizza sistemi di controllo e di monitoraggio anche per il Ministero della difesa. L’idea è quella di dotarci di sistemi sofisticati, anche se tutto dipende adesso dall’impegno economico che riusciremo a mettere assieme”.
Il progetto, infatti, messo a punto con le forze dell’ordine e con le polizie municipali dei tre comuni, prevede l’installazione di 22 telecamere nei punti d’accesso alle zone industriali di Santa Croce, Castelfranco e nelle due aree produttive di Fucecchio. Ogni apparecchio è collegato ad un software che registra i numeri di targa e gli orari di tutti i veicoli in transito, inviando un’allerta nel caso di veicoli rubati o di mezzi che effettuino movimento sospetti, magari con passaggi ripetuti e prolungati in particolari orari. “Con questo sistema, in pratica – dice Maccanti – qualunque veicolo che entra ed esce dalle zone industriali non potrà non essere ripreso. Si tratterà di un investimento totalmente privato, anche se ovviamente, come previsto per legge per le riprese effettuate in luoghi pubblici, le immagini saranno collegate con la centrale di una delle polizie municipali dei tre comuni e accessibili alle forze dell’ordine”.
In questo modo, l’obiettivo è quello di mettere fine ad un fenomeno che nell’ultimo anno si è intensificato in modo particolare, anche se i contorni e i meccanismi che lo alimentano sembrano abbastanza chiari. L’opinione comune tra gli imprenditori, infatti, è quella di una banda specializzata, che agisce ovviamente su commissione e che può contare su una consolidata rete di connivenza. “Da quando alcuni soggetti sono tornati in circolazione abbiamo visto un intensificarsi del fenomeno – conferma Maccanti -. Se guardiamo la tipologia di pellami rubati si osserva che si tratta spesso di prodotti particolari. E’ chiaro che queste persone possono contare su basisti che sono in grado di fornire informazioni sulle aziende e su altre persone capaci di lavorare i pellami trafugati”.