Confische alla mafia: coinvolte le province di Pisa e Lucca

15 dicembre 2015 | 20:05
Share0
Confische alla mafia: coinvolte le province di Pisa e Lucca

Aumetano sempre più i beni confiscati alle mafie in Toscana, e non risparmiano neppure i comuni del Comprensorio e zone limitrofe. La lista, nella quale compaiono anche i comuni di Santa Maria a Monte e Altopascio, è aggiornata a ottobre 2015 ed è stata la centro delle riflessioni del tavolo regioneale della legalità e della conferenza dei beni confiscati alla mafia che l’assessore Regionale Bugli ha riunito nei giorni scorsi per la prima volta dopo che il presidente Rossi gli ha assegnato le deleghe a sicurezza e alla legalità.

Due riunioni a cui hanno partecipato il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, la prefettura di Firenze, rappresentanti delle forze dell’ordine, sindaci e amministratori, l’ufficio scolastico regionale ma anche associazioni, da Arci a Libera , dalla Fondazione Caponetto ad Avviso Pubblico. Più di 170 i beni coinvolti in tutta la regione al 2015, su oltre 17 mila e cinquecento in tutta Italia. Un fenomeno a cui ogni anno si aggiungono nuovi casi (nel 2013 erano 57) che spesso per problemi burocratici non arrivano mai, dopo la confisca, ad una vera e propria assegnazione, la quale secondo le leggi in vigore prevede un lungo iter di selezione dell’ente responsabile della gestione, che deve comunque essere finalizzata ad attività sociali. Ed i comuni coinvolti in tutta la Toscana sono ben 31: Altopascio (5 beni), Arezzo (22), Bagno a Ripoli (2) Buggiano (2), Campi Bisenzio (2), Chianciano Terme (4), Firenze (5), Forte dei Marmi (2), Larciano (9), Licciana Nardi (2), Lucca (3), Marciano Della Chiana (43), Massa (6), Massa e Cozzile (1), Monte Argentario (7), Montecatini Terme (9), Montemurlo (1), Montepulciano (8), Monteroni D’Arbia (9), Murlo (1), Prato (2), Radda in Chianti (1), Radicofani (1), Rosignano Marittimo (8), Santa Maria a Monte (1), Tavernelle Val di Pesa (8), Terranuova Bracciolini (4), Vaiano (3), Viareggio (4). Una lista che però è destinata ad allungarsi, già fra ottobre e dicembre sono infatti altri i beni che stanno concludendo la procedura. Un caso su tutti, che riguarda proprio il Comprensorio del Cuoio, è quello dell’appartamento sito nella frazione di Capanne di Montopoli, per un certo tempo residenza del pluricondannato boss catanese Vincenzo Aiello (leggi qui) i cui locali presto potrebbero essere concessi al comune. Sono trentuno i Comuni che ospitano sul loro territorio beni o aziende confiscate definitivamente: a volte tutte e due. Le aziende sequestrate si concentrano invece nei territori di soli cinque comuni: Aulla, Campi Bisenzio, Licciana Nardi, Prato e Sesto Fiorentino, una a testa per i primi tre, un paio per gli ultimi due. Tre quarti dei beni ancora non destinati. Su centosettantuno beni purtroppo, solo quaranta sono stati affidati ai territori per quell’uso sociale che prevederebbe la legge. Tre quarti sono ancora amministrati temporaneamente dall’agenzia nazionale.