


L’abito lo aveva rubato in un atelier di San Miniato Basso (leggi anche “Devo sposarmi” e scappa con l’abito addosso ). Poi era andato a in Marocco per celebrare la funzione e dopo di lui, con quell’abito, si erano sposati altri familiari.
Ora il 20enne che vive a Santa Croce sull’Arno è stato rintracciato, grazie alla targa dell’auto con la quale si era presentato al negozio, intestata alla madre e rilevata dai circuiti di video sorveglianza. I carabinieri della compagnia di San Miniato sono andati a cercare a casa il ragazzo e lì, nell’armadio, hanno trovato anche l’abito, che i militari hanno restituito al negozio, mentre hanno denunciato per furto il giovane, la cui “prodezza”, alcune settimane fa, aveva fatto sorridere tutta Italia. Ora, però, a sorridere sono i proprietari dell’atelier, tornati in possesso del completo, che ci mostrano in queste foto. Il costoso vestito, ovviamente, non sarà rimesso in vendita, infatti i coniugi Magnani titolari del negozio dicono: “all’inizio eravamo stati tentati di regalarlo al ladro che ci ha fatto, non volento, tantissima pubblicità. Poi abbiamo ritenuto che fosse giusto darlo in benficenza”. Antonio Magnani e sua moglie, Franca Semplici, infatti, dopo l’iniziale arrabbiatura per la beffa, oggi ridono ogni volta che ci ripensano: “Inizialmente – dice Franca – mi arrabbiai tantissimo per la beffa. Il ladro, dopo avere indossato l’abito e aver finto di voler pagare, prese la porta e mentre fuggiva ci salutava attraverso la vetrina, in modo forse beffardo”.
“Io provai anche a inseguirlo ma correva troppo veloce – continua Antonio -. Dopo poco però, quando riguardammo il filmato del circuito di videosorveglianza ora a disposizione dei carabinieri, la scena che ne veniva fuori era talmente comica che in negozio, nonostante la rabbia, iniziammo tutti a ridere. Era incredibile: prima si era fatto vestire di tutto punto, mostrando i soldi e dicendo ‘io voglio pagare, io pago’, poi mentre aspettava alla cassa il suo turno per saldare il conto, si era messo a girottolare per il negozio. Poi appena la porta si aprì per far uscire, l’altro cliente che lo precedeva alla cassa, se la dette a gambe levate e cominciò a salutarci e a dire ‘ciao, ciao’ a noi che eravamo dentro il negozio sbigottiti. Quando abbiamo rivisto il filmato abbiamo cominciato a ridere perché ne veniva fuori una scena cinematografica, degna dei film di Monicelli. Per questo oggi non siamo arrabbiati, certo abbiamo subito un danno economico, ma a questo punto l’abito mi sembra giusto che possa essere utilizzato per fare del bene a chi ne ha bisogno, per questo abbiamo deciso di darlo in beneficenza”.
Gabriele Mori